Coronavirus, la fatwa dell’Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose
Raccomandazioni e istruzioni alla luce degli aggiornamenti riguardo l'allerta “Coronavirus”
Nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso
Com’è ormai noto, il contagio causato dal nuovo coronavirus (COVID-19) sta avendo una diffusione mondiale sempre più ampia, coinvolgendo molti Paesi.
È anche riscontrabile una netta influenza sull’economia e sulle società coinvolte.
Essendo l’Italia uno dei Paesi più coinvolti, sono state prese misure preventive del contagio, che includono la chiusura di luoghi normalmente affollati e la disincentivazione alla partecipazione in eventi ed occasioni che comportino un raggruppamento di persone.
Vogliamo ricordare agli imam, alle guide religiose, ai responsabili dei centri islamici e ai cittadini musulmani in generale di agire con responsabilità in questa situazione. Vogliamo inoltre fornire alcune indicazioni, al fine di limitare il contagio.
1) raccomandiamo ai musulmani di rispettare quelle stesse indicazioni fornite dagli enti governativi e autorità locali italiani a tutti i cittadini .
2) Le Regioni e le Province hanno preso misure di diversa natura per contrastare la diffusione del contagio, in base alla severità della situazione nella regione stessa (in particolare, si è guardato al numero di casi presenti sul territorio). Per tale motivo, occorre fare riferimento all’autorità competente nel proprio territorio: alcune norme valgono a livello nazionale, altre a livello regionale o locale; il rispetto di queste misure contenitive è una scelta non solo responsabile ma anche doverosa , per tutelare e salvaguardare la vita delle persone e la loro salute individuale e collettiva. Le autorità italiane hanno dato priorità alla protezione della salute pubblica e individuale rispetto qualsiasi altra considerazione economica.
È un comportamento responsabile e lodevole.
3) Alcune indicazioni per quanto riguarda la preghiera comunitaria ed in particolare la preghiera del venerdì:
sappiamo anzitutto che essa occupa una posizione privilegiata nella vita del musulmano. Nella nostra religione è prevista la sospensione della preghiera del venerdì, qualora si verificassero eventi che sono motivo di paura, oppure in caso di malattia ad esempio, ma non solo: anche la pioggia può essere motivo di sospensione; la possibilità di sospendere la preghiera comunitaria viene data per preservare la comunità e il musulmano da un male, o da un indebolimento del corpo.
Troviamo conferma di ciò nel Corano: «Non gettatevi nella rovina con le vostre mani, e fate il bene, Allah ama coloro che compiono il bene» (2:195).
Inoltre, diversi testi di autorevoli studiosi musulmani ci portano ad interpretare il significato della “facilitazione” nella religione; tutto ciò è ben confermato dalla ben nota regola della giurisprudenza islamica, che afferma: “la difficoltà porta alla facilitazione”.
Sempre in merito a questo concetto, Allah swt afferma nel sublime Corano: «Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio» (2:185). E ancora, sempre nel sublime Corano: «Allah vuole alleviare [i vostri obblighi], perché l’uomo è stato creato debole» (4:28).
Per questo, le regole che Allah ci chiede di rispettare tengono conto delle difficoltà cui andiamo incontro giorno dopo giorno; in particolare, troviamo che una eventuale pioggia è di per sé un motivo valido per far decadere l’obbligatorietà della preghiera comunitaria (anche quella del venerdì).
C’è un esempio particolarmente evidente, riguardante appunto la sospensione della preghiera comunitaria: sotto il comando di Abdullah Ibn Abbas, venne in parte modificato il richiamo alla preghiera. Anziché dire “forza, venite alla preghiera!”, egli disse al muezzin di dire invece «pregate nelle vostre case»”. Quando la gente gli chiese il motivo di un tale cambiamento, egli rispose dicendo che lo stesso comportamento era stato adottato dal Profeta Muhammad ﷺ.
Questo ed altri episodi ci fanno capire che l’islam tiene conto in maniera prioritaria delle esigenze della persona, e lo fa anche nell’ambito della preghiera; ciò avviene perché l’islam assegna alla sacralità della vita e della persona umana (ed alla preservazione della stessa) un valore maggiore di quello del rispetto dei precetti.
Date tutte queste premesse, risulta quindi chiaro che la chiusura temporanea dei Centri islamici è un fattore di rilevanza inferiore rispetto ai benefici ottenuti con questa azione: va considerato, infatti, che l’affollamento è un fattore di grande rischio di diffusione di questo virus (in particolare dive i Centri sono piccoli e affollati). La chiusura è dunque una misura obbligatoria, fino alla cessazione di questo pericolo.
In ogni caso, ci si attiene alle norme vigenti ed alle indicazioni delle autorità.
Per quanto riguarda la preghiera del venerdì, se non è possibile svolgerla normalmente, si prega al suo posto la consueta preghiera del mezzogiorno (salat al-Dhuhur) – volendo- nella propria abitazione, con la propria famiglia.
4) È importante considerare anche la difficoltà riscontrata nel controllare i flussi di persone frequentanti i centri islamici, specialmente nelle grandi città. Si pone spesso, infatti, una problematica legata alle superfici a disposizione ed all’affollamento dei centri stessi. Facciamo presente che il rispetto delle normative è importante sia per i Centri islamici – che sono in grado così di continuare ad operare – sia per i frequentatori degli stessi, garantendo le condizioni di sicurezza necessarie. Ricordiamo inoltre che l’apertura dei Centri è consentita nelle regioni e nei luoghi che attualmente lo permettono.
5) È bene che il musulmano non prenda con negatività la decisione di chiudere temporaneamente i Centri islamici, anzi: dovrebbe accogliere con favore questa misura, poiché è volta al mantenimento della salute pubblica ed individuale dei frequentatori dei Centri.
6) Una rassicurazione per i fedeli, sia donne che uomini: tutte le opere di adorazione che erano soliti compiere prima della chiusura dei Centri continuano ad essere annoverate tra le buone azioni, infatti in questo caso conta l’intenzione.
7) È opportuno osservare il consiglio del Profeta Muhammad ﷺ ed evitare di fuggire dalla zona di contagio viaggiando in altre zone. Il Profeta disse infatti: “se ne avete notizia [faceva riferimento alla peste, e per estensione alle malattie infettive contagiose] in una qualche terra, non avvicinatevi ad essa. E se capitasse nella terra in cui siete, non allontanatevi”. Questo ci insegna un concetto basilare: la paura del contagio può spingere ad allontanarsi da un focolaio di infezione, ma questo comportamento non fa che aumentare il contagio.
8) Vogliamo porgere il nostro ringraziamento a tutti gli operatori sanitari impegnati in prima linea nel combattere le infezioni di questo virus, ed apprezziamo enormemente il loro contributo nel proteggere la nostra società da una diffusione ancora maggiore del contagio.
Ringraziamo anche tutti i responsabili che prendono le giuste misure di precauzione e prevenzione consigliate dalle autorità.
Chiediamo ad Allah l’Altissimo di alleviare questa sofferenza all’Italia, così come a tutti i paesi del mondo, e di guarire i malati e prendersi cura di loro.
L’Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose
Martedì 5 marzo 2020 (9 Rajab 1441)