• Chi Siamo
  • Contattaci
    Olir
    Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose
    • Home
    • Documenti
    • Notizie
    • Riviste
    • Libri
    • Focus
    Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
    Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

    Risoluzione 10 ottobre 2013

    Recenti casi di violenza e persecuzione contro i cristiani, segnatamente a Maaloula (Siria), Peshawar (Pakistan) e il caso del pastore Saeed Abedini (Iran)

    Data: 10 ottobre 2013
    Autore:
    Parlamento europeo
    Argomento:
    Confessioni religiose, Libertà religiosa, Chiesa cattolica
    Dossier:
    Chiesa cattolica, Confessioni religiose
    Parole chiave:
    Discriminazione, Diritti fondamentali, Libertà religiosa, Dialogo, Cristiani, Diritti umani, Appartenenza confessionale, Minoranze religiose, Libertà civili, Intolleranza religiosa, Violenze, Collaborazione internazionale, Persecuzioni per motivi religiosi, Comunità cristiane
    Risoluzione del Parlamento europeo del 10 ottobre 2013 sui recenti casi di violenze e persecuzioni contro cristiani, in particolare a Maalula (Siria) e Peshawar (Pakistan), nonché sul caso del pastore Saeed Abedini (Iran), 10 ottobre 2013. [fonte: http://www.europarl.europa.eu] Il Parlamento europeo , – viste le sue risoluzioni del 15 novembre 2007 su gravi episodi che […]

    Risoluzione del Parlamento europeo del 10 ottobre 2013 sui recenti casi di violenze e persecuzioni contro cristiani, in particolare a Maalula (Siria) e Peshawar (Pakistan), nonché sul caso del pastore Saeed Abedini (Iran), 10 ottobre 2013.

    [fonte: http://www.europarl.europa.eu]

    Il Parlamento europeo ,

    – viste le sue risoluzioni del 15 novembre 2007 su gravi episodi che mettono a repentaglio l'esistenza delle comunità cristiane e di altre comunità religiose(1) , del 21 gennaio 2010 sui recenti attacchi contro comunità cristiane(2) , del 6 maggio 2010 sugli eccidi a Jos, Nigeria(3) , del 20 maggio 2010 sulla libertà religiosa in Pakistan(4) , del 25 novembre 2010 sull'Iraq – in particolare la pena di morte (compreso il caso di Tariq Aziz) e gli attacchi contro le comunità cristiane(5) , del 20 gennaio 2011 sulla situazione dei cristiani nel contesto della libertà religiosa(6) , del 27 ottobre 2011 sulla situazione in Egitto e in Siria, in particolare per quanto riguarda le comunità cristiane(7) , e del 13 dicembre 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2011 e sulla politica dell'Unione europea in materia(8) ,

    – vista la sua raccomandazione al Consiglio, del 13 giugno 2013, sulla bozza di orientamenti dell'UE in materia di promozione e protezione della libertà di religione o di credo(9) ,

    – visti gli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo,

    – vista la dichiarazione resa il 23 settembre 2013 da Catherine Ashton, alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione, che condanna l'aggressione ai danni della comunità cristiana di Peshawar, in Pakistan,

    – viste le conclusioni del Consiglio, del 21 febbraio 2011, relative all'intolleranza, alla discriminazione e alla violenza fondate sulla religione o sul credo, nonché le conclusioni del Consiglio, del 16 novembre 2009, che sottolineano l'importanza strategica della libertà di religione o di credo e della lotta contro l'intolleranza religiosa,

    – visto l'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

    – visto l'articolo 18 del Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici del 1966,

    – vista la Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1981 sull'eliminazione di tutte le forme di intolleranza e discriminazione fondate sulla religione o il credo,

    – viste le relazioni del rappresentante speciale delle Nazioni Unite concernenti la libertà di religione o di credo,

    – visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

    A. considerando che l'Unione europea ha ripetutamente espresso il proprio impegno nei confronti della libertà di religione, di coscienza e di pensiero, sottolineando che i governi hanno il dovere di salvaguardare tali libertà nel mondo; che i leader politici e religiosi hanno il dovere di contrastare l'estremismo e promuovere il rispetto reciproco tra individui e gruppi religiosi a tutti i livelli; che lo sviluppo dei diritti umani, della democrazia e delle libertà civili è la base comune su cui l'Unione europea fonda le sue relazioni con i paesi terzi e che si tratta di un aspetto contemplato dalla clausola sulla democrazia contenuta negli accordi conclusi tra l'UE e i paesi terzi;

    B. considerando che, conformemente al diritto internazionale in materia di diritti umani e, in particolare, all'articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; che tale diritto include la libertà di cambiare la propria religione o le proprie convinzioni, così come la libertà di manifestare la propria religione o convinzione, individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l'osservanza, le pratiche e l'insegnamento; che, stando alla commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, la libertà di religione o di credo tutela tutte le convinzioni, anche quelle teiste, non teiste e ateiste;

    C. considerando che diverse risoluzioni dell'UNHRC invitano tutti gli Stati, nell'ambito del loro ordinamento giuridico interno e conformemente agli strumenti internazionali in materia di diritti umani, ad adottare tutte le misure necessarie a combattere l'odio, la discriminazione, l'intolleranza e gli atti di violenza, le intimidazioni e le coercizioni motivati dall'intolleranza religiosa, inclusi gli attacchi contro i luoghi di culto, e a incoraggiare la comprensione, la tolleranza e il rispetto nelle questioni riguardanti la libertà di religione o di credo;

    D. considerando che, secondo varie relazioni, si riscontra un aumento della repressione da parte del governo e dell'ostilità sociale ai danni di individui e gruppi di varie religioni o confessioni, in particolare in Pakistan, nei paesi della Primavera araba o in alcune zone dell'Africa; che in alcuni casi la situazione delle comunità cristiane è tale da compromettere la loro sopravvivenza e che, qualora esse scomparissero, una parte significativa del patrimonio religioso dei paesi in questione andrebbe perduta;

    Maalula, Siria

    E. considerando che il 4 settembre 2013 il villaggio siriano di Maalula è stato attaccato da militanti di Jabhat al-Nusra, un gruppo legato ad al-Qaeda;

    F. considerando che Maalula è un simbolo della presenza cristiana in Siria ed è diventata dimora di diverse comunità religiose che convivono pacificamente da secoli; che cittadini siriani di ogni religione partecipano tutti i mesi di settembre alla festa del Giorno della croce che si celebra in città; che Maalula è una delle tre città e villaggi del paese in cui l'aramaico è ancora una lingua parlata dalla popolazione locale;

    G. considerando che i violenti scontri di Maalula costituiscono i primi attacchi mirati in modo specifico a colpire una consistente comunità cristiana dall'inizio della violenta crisi siriana; che almeno quattro persone (Michael Thaalab, Antoine Thaalab, Sarkis Zakem e Zaki Jabra) sono rimaste uccise in tali scontri mentre altre (Shadi Thaalab, Jihad Thaalab, Moussa Shannis, Ghassan Shannis, Daoud Milaneh e Atef Kalloumeh) sono state rapite o sono scomparse; che, dall'inizio degli scontri nella città, la maggior parte dei 5 000 residenti è fuggita nelle città vicine o a Damasco; che quanto accaduto a Maalula dimostra l'inasprimento del settarismo nel conflitto siriano;

    H. considerando che il convento di Santa Tecla (Mar Takla) è storicamente la dimora di suore e orfani sia di religione cristiana che musulmana; che circa 40 suore e orfani sono rimasti a Maalula nonostante gli intensi scontri e sono bloccati nel convento in condizioni in continuo peggioramento a causa della mancanza di acqua e altri rifornimenti;

    Peshawar, Pakistan

    I. considerando che il 22 settembre 2013, in un doppio attacco suicida nella chiesa di Tutti i Santi di Kohati Gate, un distretto di Peshawar, almeno 82 persone hanno perso la vita e oltre 120 sono rimaste ferite;

    J. considerando che il gruppo Jundullah, collegato al gruppo Tehrik-i-Talibaan Pakistan, ha rivendicato l'attacco, dichiarando l'intenzione di continuare colpire cristiani e non musulmani, in quanto nemici dell'Islam, finché non cesseranno gli attacchi dei droni statunitensi in Pakistan; che Tehrik-i-Talibaan Pakistan ha negato di essere coinvolto nell'attacco e di avere legami con Jundullah;

    K. considerando che il primo ministro pakistano, Nawaz Sharif, ha condannato l'attacco, affermando che l'uccisione di innocenti è contro la dottrina dell'Islam;

    L. considerando che i cristiani, che costituiscono circa l'1,6% della popolazione nella Repubblica islamica del Pakistan, sono vittime di pregiudizi e sporadici scoppi di violenza di massa;

    M. considerando che la maggioranza dei cristiani pakistani conduce un'esistenza precaria e che essi spesso temono di essere accusati di blasfemia, argomento in grado di provocare esplosioni di violenza pubblica;

    N. considerando che il 9 marzo 2013 a Lahore i musulmani hanno incendiato oltre 150 abitazioni di cristiani e due chiese in risposta a un'accusa di blasfemia;

    O. considerando che la legislazione del Pakistan in materia di blasfemia rende pericoloso per le minoranze religiose esprimersi liberamente o prendere apertamente parte alle attività religiose;

    Il caso del pastore Saeed Abedini in Iran

    P. considerando che Saeed Abedini, un pastore iraniano-americano imprigionato in Iran dal 26 settembre 2012, è stato condannato il 27 gennaio 2013 da un tribunale rivoluzionario in Iran a scontare otto anni di carcere con l'accusa di aver disturbato la sicurezza nazionale creando una rete di chiese cristiane all'interno di abitazioni private; che, secondo quanto riportato, Saeed Abedini sarebbe vittima di abusi fisici e psicologici in carcere;

    Q. considerando che il rappresentante speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran ha dichiarato che i cristiani non dovrebbero essere sottoposti a sanzioni per aver manifestato o praticato la loro fede e rimane quindi preoccupato per le notizie di arresti e procedimenti giudiziari nei confronti di cristiani accusati di crimini, vagamente formulati, contro la sicurezza nazionale, per aver praticato la propria fede;

    1. condanna fermamente i recenti attacchi contro i cristiani ed esprime la propria solidarietà alle famiglie delle vittime; esprime nuovamente profonda preoccupazione per la proliferazione di episodi di intolleranza, repressione e violenza contro le comunità cristiane, in particolare in Africa, in Asia e in Medio Oriente; esorta i governi interessati a garantire che i colpevoli di tali crimini e tutti i responsabili degli attacchi, nonché degli altri atti di violenza contro i cristiani o altre minoranze religiose, siano assicurati alla giustizia e sottoposti a un giusto processo;

    2. condanna fermamente qualsiasi forma di discriminazione e intolleranza basata sulla religione e sul credo, nonché gli atti di violenza contro tutte le comunità religiose; sottolinea ancora una volta il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione quale diritto umano fondamentale;

    3. ribadisce la propria preoccupazione per l'esodo dei cristiani da vari paesi, in particolare del Medio Oriente, registrato negli ultimi anni;

    Maalula, Siria

    4. è preoccupato per l'attuale situazione in cui si trovano i cristiani in Siria; condanna le azioni di Jabhat al-Nusra e dei militanti associati a Maalula e nella zona circostante; osserva che, prima dei recenti episodi, cristiani e musulmani coesistevano pacificamente nella città, anche durante il conflitto, e concorda che Maalula deve tornare ad essere un luogo di pace; riconosce che l'attacco di Maalula costituisce soltanto un aspetto della guerra civile siriana;

    5. sottolinea che i monasteri di Maalula vanno protetti al fine di tutelare vite umane, attività religiose e tesori architettonici, consentendo a cristiani e musulmani di vivere insieme in modo pacifico;

    6. invita a fornire immediatamente sostegno e assistenza umanitaria alle suore e agli orfani bloccati nel convento di Santa Tecla (Mar Takla); invita tutte le parti coinvolte nel conflitto a consentire ai gruppi umanitari di accedere al convento;

    7. esprime preoccupazione per le conseguenze degli attacchi e per i possibili rischi che corre la comunità cristiana; è consapevole del fatto che i cristiani e altre comunità si trovino al centro del conflitto e siano costretti a schierarsi in una guerra sempre più faziosa;

    8. sottolinea che tutti i soggetti interessati hanno il dovere di proteggere le diverse minoranze presenti in Siria, tra cui sciiti, alauiti, curdi, drusi e cristiani;

    Peshawar (Pakistan)

    9. condanna in maniera decisa gli attacchi alla chiesa di Tutti i Santi di Peshawar e gli altri attacchi terroristici recenti;

    10. accoglie favorevolmente la condanna generalizzata espressa da esponenti politici e fasce della società civile pakistana in relazione agli attacchi;

    11. esorta il governo pakistano a porre in essere tutte le misure possibili per assicurare alla giustizia i responsabili degli attacchi alla chiesa di Tutti i Santi di Peshawar; chiede un'azione più decisa per garantire la tutela di tutti i cittadini pakistani, a prescindere dalla religione o dal credo, e assicurare alla giustizia tutte le persone o i gruppi che compiono atti terroristici o incitano a farlo;

    12. invita il governo pakistano a intervenire per proteggere le vittime di violenze di massa di matrice religiosa, ad affrontare attivamente l'ostilità religiosa mostrata dagli attori sociali, a combattere l'intolleranza religiosa, gli atti di violenza e l'intimidazione, nonché a contrastare la percezione di impunità;

    13. esprime profonda preoccupazione per il rischio crescente cui sono esposti i cristiani in Pakistan e di cui è indice l'escalation di attacchi recentemente subiti da detta minoranza, ad esempio la persecuzione di centinaia di cristiani da parte di fanatici islamici avvenuta in marzo a Lahore per presunta blasfemia nei confronti dell'Islam;

    14. è profondamente preoccupato per la situazione generale attualmente affrontata dalle minoranze religiose in Pakistan e in particolare dalle chiese cristiane, che sono state oggetto di minacce da parte di talebani e altri gruppi estremisti;

    15. esprime profonda apprensione per il fatto che le controverse leggi sulla blasfemia si prestano a utilizzi impropri che possono avere conseguenze per i fedeli di tutte le religioni in Pakistan; è in particolare preoccupato per l'attuale aumento dei casi di ricorso alle leggi sulla blasfemia, cui si erano pubblicamente opposti i defunti Shahbaz Bhattiand e Salman Taseer (rispettivamente ex ministro ed ex governatore), finalizzato a colpire i cristiani in Pakistan;

    16. invita il governo pakistano a riesaminare attentamente le leggi sulla blasfemia e la loro applicazione attuale, con particolare riferimento alle sezioni 295 B e C del Codice penale che, per le accuse di blasfemia, prevedono l'ergastolo obbligatorio (295 B e C) o addirittura la pena di morte (295 C);

    17. ricorda che la costituzione pakistana garantisce la libertà di religione e i diritti delle minoranze; esorta tutti i cittadini del Pakistan a collaborare per promuovere e garantire la tolleranza e la comprensione reciproca;

    18. plaude alle misure adottate dal governo pakistano fin dal novembre del 2008 nell'interesse delle minoranze religiose, ad esempio l'assegnazione alle minoranze di una quota del 5% nel settore dei posti di lavoro a livello federale, il riconoscimento di festività non musulmane e la proclamazione di una Giornata nazionale delle minoranze;

    Il caso del pastore Saeed Abedini in Iran

    19. esprime profonda preoccupazione per il destino del pastore Saeed Abedini, in carcere ormai da più di un anno e condannato a otto anni di reclusione in Iran per accuse legate alle sue convinzioni religiose;

    20. invita il governo iraniano ad assolvere e liberare immediatamente Saeed Abedini e tutte le persone detenute o sotto accusa per motivi di carattere religioso;

    21. rinnova l'appello all'Iran affinché si attivi per garantire il pieno rispetto del diritto alla libertà di religione o di credo, anche assicurando che la legislazione e le prassi in vigore nel paese siano assolutamente conformi all'articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR); precisa che ciò presuppone altresì il pieno rispetto di un diritto incondizionato e generalizzato a convertirsi a un'altra religione in base a scelte personali;

    22. plaude al messaggio di moderazione e tolleranza religiosa del nuovo presidente dell'Iran, Hassan Rouhani; ritiene che l'UE debba avviare un dialogo con l'Iran in materia di diritti umani;

    23. invita nuovamente il Consiglio, la Commissione e l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione a prestare maggiore attenzione al tema della libertà di religione o di credo e alla situazione delle comunità religiose, inclusi i cristiani, nell'ambito degli accordi e della cooperazione con i paesi terzi nonché delle relazioni sui diritti dell'uomo;

    24. accoglie favorevolmente l'adozione da parte del Consiglio, avvenuta il 24 giugno 2013, degli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo; esorta la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri a dare piena attuazione a tali orientamenti avvalendosi appieno di tutti gli strumenti e i suggerimenti ivi presentati;

    25. appoggia tutte le iniziative volte a promuovere il dialogo e il rispetto reciproco tra comunità; invita tutte le autorità religiose a promuovere la tolleranza e ad adottare iniziative contro l'odio e la radicalizzazione violenta ed estremista;

    26. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, al Servizio europeo per l'azione esterna, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, all'agenzia delle Nazioni Unite per la parità di genere (UN Women), al governo della Siria, al Consiglio nazionale siriano, al governo e al parlamento del Pakistan nonché al governo e al parlamento dell'Iran.

    ____________________________________
    (1) GU C 282 E del 6.11.2008, pag. 474.
    (2) GU C 305 E dell'11.11.2010, pag. 7.
    (3) GU C 81 E del 15.3.2011, pag. 143.
    (4) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 147.
    (5) GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 115.
    (6) GU C 136 E dell'11.5.2012, pag. 53.
    (7) GU C 131 E dell'8.5.2013, pag. 108.
    (8) Testi approvati, P7_TA(2012)0503.
    (9) Testi approvati, P7_TA(2013)0279.

    « Sentenza 07 ottobre 2013, n.41474 » Sentenza 04 novembre 2013, n.24683

    Sostienici

    Ultimi Documenti

    • Il Motu Proprio di Francesco recante modifiche in materia di giustizia penale dell’8 febbraio 2021
      8 febbraio 2021
    • Rifiuto delle emotrasfusioni da parte di un paziente Testimone di Geova. La pronuncia n. 29469/20 della Corte di Cassazione
      23 dicembre 2020
    • Spagna, la nuova legge organica in materia di istruzione
      29 dicembre 2020
    • Esenzione IMU per immobili adibiti a scuola paritaria, la pronuncia della Commissione Tributaria Regionale del Lazio
      5 gennaio 2021
    • Francia, la nuova “Charte des principes pour l’Islam de France” presentata dal Conseil Français du Culte Musulman
      17 gennaio 2021

    Iscriviti alla nostra Newsletter

    Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

    Back to Top

      • Home
      • Chi Siamo
      • Contattaci
      • Termini e condizioni
      • Privacy Policy
      • Archivio Olir
      © Olir 2021
      Powered by Uebix