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Notizie • 21 Agosto 2006

India: Lo Stato del Madhya Pradesh promuove lirrigidimento della legge anticonversione (25 luglio 2006)

L’Assemblea dello Stato indiano del Madhya Pradesh ha approvato il 25 luglio scorso un emendamento alla “Legge sulla Libertà Religiosa” del 1968, rendendo ancora più rigida la “prevenzione” delle conversioni religiose realizzate con la forza o la persuasione. La “legge anticonversione” del 1968 in vigore nel Madhya Pradesh rendeva già difficile per i cittadini abbracciare un credo di loro scelta; l’emendamento modifica la legge in senso ulteriormente restrittivo. Il provvedimento, avversato nell’assemblea dello stato dai partiti di opposizione, ha causato malcontento e proteste delle minoranze religiose, specialmente di cristiani e musulmani.
Sotto il governo o il sostegno del BJP (“Bharatiya Janata Party”, partito politico di stampo nazionalista-fondamentalista), esistono disposizioni simili in altri Stati indiani, come l’Orissa e il Chattisgarh, in cui i cittadini possono essere sanzionati per il fatto di non informare lo Stato prima di abbracciare un altro credo.

Secondo il nuovo provvedimento, nel Madhya Pradesh sarà obbligatorio per un individuo che voglia convertirsi a un altro credo religioso informare il distretto giudiziario locale attraverso una dichiarazione sulla sua intenzione di cambiare religione, con un mese di anticipo. La pena prevista per chi non osserva questa prescrizione, va da una ammenda di 1.000 rupie fino a pena carceraria. Al distretto dovrà pervenire, inoltre, una identica dichiarazione dell’esponente religioso interessato (parroco, pastore, imam, etc) che informa le autorità sulla possibile conversione di un nuovo adepto, indicando i dati anagrafici e l’indirizzo di colui che, in prospettiva potrebbe cambiare credo religioso (anche qui è prevista una multa 5.000 rupie e carcere fino a un anno).
Dopo le informazioni fornite sia dal leader religioso che dalla persona che intende convertirsi, sarà compito della polizia verificare le credenziali dell’organizzazione religiosa interessata, assicurando che la conversione non sia stata ottenuta con la forza o con l’inganno.
Il governo del Madhya Pradesh ha motivato questa versione restrittiva di una legge già preesistente affermando che le precedenti misure si erano rivelate inefficaci. Secondo l’opposizione, “questa legge viola la libertà religiosa e i diritti umani”.

La comunità cristiana teme che la nuova disposizione – di cui si mette in dubbio la compatibilità con la libertà religiosa e i diritti umani – venga utilizzata contro le minoranze cristiane: “I cristiani sono spesso vittime di false accuse e subiscono attacchi da parte di gruppi radicali indù che li accusano di fare proselitismo e convertire i tribali”, ha detto Indira Iyengar, Presidente della Associazione dei Cristiani del Madhya Pradesh.
P. Anad Muttungal portavoce della comunità cattolica dello stato ha ribadito che la fede è una questione strettamente privata, che appartiene alla coscienza individuale, e che lo stato non deve interferire in essa. Il sacerdote ha annunciato che la comunità cattolica cercherà di contestare questa legge anche dal punto di vista legale.


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Per approfondire:

Anti-conversion Laws on “The Hindu” online

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