Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Notizie • 27 Settembre 2007

Roma: pubblicato il comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente della CEI svoltosi a Roma dal 17 al 19 settembre 2007


Conferenza Episcopale Italiana
CONSIGLIO PERMANENTE
Roma, 17 – 19 settembre 2007

COMUNICATO FINALE

La sessione autunnale del Consiglio Permanente, presieduta S.E. Mons. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, si è svolta a Roma presso la sede della CEI dal 17 al 19 settembre. I Vescovi hanno dedicato un’ampia riflessione a partire dalla prolusione del Presidente, di cui hanno apprezzato l’articolazione complessiva e l’intenzionalità profonda che muove da “un amore più grande” per il nostro Paese. In particolare si sono soffermati sul recente evento dell’Agorà dei giovani di Loreto, esperienza esemplare di educazione alla fede delle giovani generazioni.
Tra i temi all’ordine del giorno: la risposta ai Lineamenta della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”; la presentazione della traduzione italiana della prima parte della terza edizione del Messale Romano; l’approvazione della nota della Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese per i cinquant’anni dell’enciclica Fidei donum.
Nel corso dei lavori è stato approvato il Messaggio per la Giornata per la Vita per l’anno 2008, è stato deliberato l’adeguamento del valore del punto per la determinazione della remunerazione dei sacerdoti e si è programmato un incontro di aggiornamento giuridico-amministrativo per i vescovi di recente nomina.

1. Loreto e la sfida educativa delle giovani generazioni

Rievocando, in apertura dei lavori, l’incontro nazionale del Papa con i giovani, svoltosi a Loreto il 1°-2 settembre, Mons. Bagnasco ha rilevato che “i giovani sanno essere i migliori interpreti della sorpresa che è Dio nelle nostre vite”. L’Agorà di Loreto, che “ha realmente superato ogni attesa” per il numero dei partecipanti e l’intensità del loro coinvolgimento, spinge ora a indirizzare con fiducia ai giovani una forte proposta formativa, sulla scia dell’invito e dell’esempio di Benedetto XVI. Il Papa, infatti, ha colpito tutti per la freschezza e la profondità del messaggio, in particolare per il coraggio e la gioia che ha saputo infondere nelle giovani generazioni. Molti dei Vescovi hanno sottolineato la qualità dell’evento lauretano, caratterizzato da uno stile di ascolto e di accoglienza che deve diventare abituale nella proposta formativa delle comunità cristiane. L’esperienza positiva di Loreto dimostra che i cosiddetti ‘grandi eventi’ non costituiscono un’alternativa alle iniziative della pastorale ordinaria, purché siano accuratamente preparati e prevedano un ulteriore sviluppo a livello locale. La continuità, tuttavia, non dipende dalla sequenza temporale delle iniziative, ma dalla capacità di imprimere un segno profondo nel cuore dei ragazzi e dei giovani. In effetti, i due giorni dell’Agorà sono stati caratterizzati da momenti molto intensi, fra cui spiccano il dialogo del Papa con i giovani sulle questioni esistenziali di fondo, la proposta di un sabato sera alternativo, grazie anche alle ‘fontane di luce’, e la Celebrazione Eucaristica domenicale, vertice dell’intera esperienza.
Si tratta ora di continuare a investire sul dialogo educativo, perché soprattutto i più giovani hanno bisogno di trovare interlocutori credibili come il Papa. Di qui la scelta di coltivare il rapporto tra i giovani e il mondo degli adulti, sulla scia della positiva esperienza del gemellaggio, nella quale le trentadue diocesi ospitanti hanno manifestato una straordinaria capacità di accoglienza, grazie alla commovente disponibilità di tante famiglie.
I membri del Consiglio Permanente hanno inteso rinnovare la profonda riconoscenza a quanti si sono impegnati per il successo dell’Agorà di Loreto (volontari, enti locali e istituzioni pubbliche, Protezione civile), confermando altresì la scelta di dedicare una particolare attenzione ai giovani nel triennio corrente (2007-2009). Si sente, infatti, l’esigenza di un investimento a lungo termine in questo settore, volendo accompagnare e non subire passivamente i marcati cambiamenti che caratterizzano il tempo presente.
Solo un’educazione che aiuti davvero a penetrare la realtà, senza censurarne alcuna dimensione, compresa quella trascendente, consente di superare una temperie culturale minata dal ripiegamento su di sé, dalla frammentazione e, in ultima analisi, dalla sfiducia. Ciò richiede alle parrocchie, come pure alle associazioni e ai movimenti, di accentuare la loro vocazione ‘pedagogica’, calandosi nei problemi della vita quotidiana e avendo come interlocutore privilegiato la persona, colta nella sua irriducibile unicità e concretezza.

2. La cura per la Parola di Dio e i ‘fidei donum’

La risposta ai Lineamenta in vista della prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi ha offerto la possibilità di una ricognizione sulla ‘Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa’. Negli ultimi decenni, a partire dalla scelta programmatica della Chiesa italiana di innervare l’evangelizzazione nella pastorale dei sacramenti, si sono registrati obiettivi elementi di crescita nel contatto con la Parola di Dio a livello personale e comunitario. C’è un interesse sincero per la Bibbia non solo tra i credenti, ma anche tra quanti si dicono in ricerca; si diffondono centri di ascolto e momenti di preghiera intorno alla Parola; cresce la cura per la sua proclamazione e per la predicazione nel contesto liturgico. Ciò nonostante, resta da compiere un lungo cammino per passare dall’ascolto alla preghiera, superando pure il limite di un approccio intellettualistico, che incide scarsamente sulle scelte di vita. Ci sono due opposti riduzionismi da cui guardarsi: concentrarsi in maniera esclusiva sul Nuovo Testamento e specificamente sui Vangeli, privandosi così della ricchezza e della profondità dell’Antico Testamento; all’opposto, non cogliere adeguatamente in Gesù Cristo la chiave di volta dell’intera rivelazione biblica, destinata altrimenti a rimanere priva del baricentro e della prospettiva ultima. In tale contesto, va pure verificato il nesso tra Parola di Dio e avvenimento di Gesù Cristo, dal momento che la nostra non è la religione del Libro, ma dell’incontro personale che cambia il giudizio sui fatti della vita. I Vescovi hanno infine auspicato che, anche grazie alla liturgia, sia possibile a ogni fedele giungere a leggere integralmente la Bibbia.
Quanto all’applicazione del Motu proprio Summorum Pontificum, relativo all’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970, entrato in vigore il 14 settembre scorso, i Vescovi hanno ribadito la piena e filiale adesione alle disposizioni del Santo Padre, apprezzando la sua sollecitudine per l’unità della Chiesa, valore che sussiste non solo nello spazio ma anche nel tempo e non ammette contrapposizioni o cesure tra le diverse fasi del suo sviluppo storico. Consapevoli del loro ruolo di promotori e custodi di tutta la vita liturgica nella Chiesa particolare loro affidata, si impegnano a seguirne con attenzione e accompagnarne l’applicazione, anche in vista del resoconto per la Santa Sede, che il Papa stesso ha chiesto loro di preparare a tre anni dall’entrata in vigore del provvedimento.
Il Consiglio Permanente ha poi approvato la Nota preparata dalla Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese in occasione dei cinquant’anni dell’Enciclica di Pio XII Fidei donum. L’esperienza dei fidei donum, cioè dell’invio di sacerdoti diocesani in territori di missione, coinvolge attualmente l’1,6% circa del clero secolare italiano, mentre si è progressivamente accresciuto il numero di missionari fidei donum laici. Unanime è stato il riconoscimento del fatto che si tratta di una preziosa opportunità per tenere alta nelle diocesi la sensibilità missionaria, sottolineando la centralità dell’annuncio nell’azione evangelizzatrice e riconfermando la tradizionale preferenza per gli ultimi. La Nota rileva i cambiamenti intervenuti nel periodo intercorso dalla pubblicazione dell’Enciclica: si è quasi del tutto conclusa la fase pionieristica, nella quale il sacerdote partiva per impiantare la Chiesa; oggi, i fidei donum operano in realtà ecclesiali dotate di clero indigeno, con una propria sensibilità e un progetto pastorale definito. È perciò necessario che chi parte coltivi la capacità di comunione e di scambio e la disponibilità a inserirsi vitalmente in una Chiesa locale, accettando la duplica appartenenza alla Chiesa che lo invia e a quella che lo accoglie, e quindi la temporaneità del suo servizio.

3. Democrazia ed ethos sociale, bene comune e impegno dei cattolici

Nella prolusione, il Presidente, notando che il vincolo sociale è più friabile, con il rischio non ipotetico che si esauriscano le sorgenti della solidarietà, ha aggiunto: “pare illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento morale, se al punto in cui ci troviamo non avviene una ricentratura profonda, da parte dei singoli soggetti e degli organismi sociali, sul senso e sulla ragione dello stare insieme come comunità di destini e di intenti”. Proprio questa esigenza spinge a chiedersi se non esista un rapporto più stretto tra democrazia ed ethos sociale, avendo a cuore non solo le regole della convivenza, ma ancor più il bene di cui farsi globalmente carico. Proprio il riferimento al ‘bene comune’, presente nel tema dell’ormai prossima edizione centenaria delle Settimane Sociali dei cattolici italiani (Pistoia – Pisa, 18-21 ottobre 2007), spinge a interrogarsi anche sui compiti di uno Stato moderno, partecipato e solidale, che non si limiti “a registrare e in qualche modo regolamentare le spinte comportamentali che emergono dal corpo sociale”, ma si impegni piuttosto a promuovere “un’idea di bene comune da perseguire e dunque da trasmettere alle generazioni di domani, in un progetto di società aperta e insieme capace di futuro”.
Su tale presupposto si è innestata la riflessione dei Vescovi, nella convinzione che la dimensione sociale rientri a pieno titolo nella nuova evangelizzazione. Particolare attenzione è stata dedicata al ‘Forum delle associazioni familiari’, a ‘Scienza & Vita’ e a ‘RetinOpera’, organismi laicali assai diversi quanto a struttura e finalità, ma accomunati dai medesimi obiettivi: essere presenti sulla scena del Paese, partecipare al dibattito pubblico, difendere la dignità della persona, costruire ponti verso gli altri soggetti sociali, esercitarsi nel dialogo con il mondo attraverso il discernimento culturale. Da un lato, essi operano ben sapendo che il messaggio cristiano può porsi come segno di contraddizione rispetto al pensiero dominante e ai comportamenti più diffusi. Dall’altra, cercano punti di raccordo con chi, pur provenendo da matrici culturali o religiose diverse, è disposto a cooperare nel perseguimento dei medesimi obiettivi, e puntano alla sensibilizzazione e al coinvolgimento di quanti – a livello culturale, politico e sociale – sono sinceramente disponibili a lasciarsi provocare da tali questioni.
Dal dibattito è anche emersa la necessità di accrescere, nei percorsi di formazione delle parrocchie e delle aggregazioni laicali, l’attenzione alla dottrina sociale della Chiesa. Il magistero sociale, soprattutto dopo la pubblicazione del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, costituisce infatti un corpus articolato, a partire dal quale tutti i fedeli, e in primo luogo i laici, sono chiamati a elaborare criteri di giudizio e direttive di azione applicabili ai diversi temi dell’agenda sociale: la tutela della vita dal concepimento alla morte, la promozione della famiglia fondata sul matrimonio, l’esigenza di giustizia ed equità economica su scala globale e locale, la cura dell’ambiente e la salvaguardia del creato, e così via. In riferimento alla situazione del Paese, accanto ai problemi della casa e della formazione professionale, si è ribadito che la questione meridionale costituisce un’emergenza che riguarda l’intera nazione e che potrà essere superata solo con il contributo di tutti. Per questa ragione, si è deciso di mettere in cantiere l’aggiornamento del documento Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno, pubblicato il 18 ottobre 1989, convinti, oggi come allora, che “il Paese non crescerà, se non insieme”.
La maturazione della coscienza del credente, perché si prenda cura dello spazio pubblico oltre che della sfera individuale, si realizza tanto nella promozione della cultura quanto nell’impegno politico propriamente detto. Sia l’una che l’altro richiedono nuove energie e motivazioni radicate e plasmate. Di qui l’invito a perseguire l’azione intrapresa nell’ambito del ‘Progetto culturale orientato in senso cristiano’, sia promuovendo iniziative di studio e di riflessione di alto profilo sia intervenendo nel dibattito sui mezzi di comunicazione di massa mediante puntuali momenti di confronto e di interpretazione del dato cristiano. Anche alle Facoltà teologiche è chiesto di operare un raccordo tra il livello dell’elaborazione teoretica e quello della mediazione culturale. In questo contesto acquistano rilievo strategico, secondo la loro specifica configurazione, gli Istituti superiori di scienze religiose, di cui si sta concludendo la riorganizzazione strutturale e territoriale.
Quanto poi all’impegno politico, i laici sono chiamati a spendersi in prima persona attraverso l’esercizio delle loro competenze e contestualmente in ascolto del Magistero della Chiesa. Non è questo il tempo di disertare l’impegno, ma semmai di prepararlo e di orientarlo. A tal fine la parola dei Pastori non potrà essere assente. Sarà una parola chiara, ferma e rispettosa, protesa anzitutto a ribadire i principi non negoziabili. Chi sta vicino alla gente – al contrario di quanti si muovono da posizioni preconcette – percepisce che esiste ed è forte l’attesa di una loro parola, dato che il delicato momento vissuto dal Paese rende ancora più forte l’esigenza di punti di riferimento autorevoli.

4. Approvazioni, adempimenti statutari e nomine

Nel corso dei lavori, i Vescovi sono stati informati dello stato di avanzamento della traduzione in italiano della terza edizione del Messale Romano, su cui sarà chiamato a esprimersi l’intero corpo episcopale. È stato approvato il testo del Messaggio per la Giornata per la Vita del 2008 ed è stato innalzato a € 12,00 il valore del punto per il calcolo della remunerazione del clero per l’anno 2008: tale incremento corrisponde all’aumento del tasso d’inflazione (+ 1,6%). È stato approvato lo statuto dell’Associazione Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo e si è programmato un incontro di aggiornamento giuridico-amministrativo per i Vescovi di recente nomina, che si terrà a Roma dal 26 al 28 novembre prossimi.
Il Consiglio Permanente ha inoltre proceduto alle seguenti nomine:
– S.E. Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo ausiliare di Milano, membro della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi;
– S.E. Mons. Giuseppe Orlandoni, Vescovo di Senigallia, e S.E. Mons. Ovidio Poletto, Vescovo di Concordia – Pordenone, membri della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace;
– S.E. Mons. Gianfranco Todisco, Vescovo di Melfi – Rapolla – Venosa, membro della Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese;
– S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, membro della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali;
– S.E. Mons. Adriano Caprioli, Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla, Presidente del Comitato per i Congressi eucaristici nazionali;
– Mons. Sergio Nicolli, dell’arcidiocesi di Trento, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia, per un altro quinquennio;
– Don Vincenzo Annicchiarico, dell’arcidiocesi di Taranto, Responsabile del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica;
– Don Nicolò Anselmi, dell’arcidiocesi di Genova, Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile;
– Don Domenico Dal Molin, della diocesi di Vicenza, Direttore del Centro Nazionale Vocazioni;
– Don Denis Kibangu Malonda, della diocesi di Tivoli, Coordinatore pastorale per le comunità cattoliche africane di lingua francese, per un altro triennio;
– Mons. Vittorio Peri, della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, Presidente dell’Unione Apostolica del Clero (UAC), per un altro triennio;
– Padre Licio Prati, stimmatino, Assistente Nazionale del Movimento Rinascita Cristiana, per un altro triennio.

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi lunedì 17 settembre, ha ratificato il subentro nel Consiglio per gli affari economici di S.E. Mons. Domenico Padovano, Vescovo di Conversano – Monopoli. Ha nominato la Prof.ssa Paola Mancini membro del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica. È stato inoltre rinnovata la composizione della Commissione Nazionale Valutazione Film per il prossimo trienno: Mons. Dario Edoardo Viganò, Presidente, Dott. Massimo Giraldi, Segretario, Prof.ssa Giuliana Arcidiacono, Sig. Gianluca Arnone, Suor Teresa Braccio, FSP, Mons. Francesco Ceriotti, Dott. Luigi Cipriani, Sig. Candido Coppetelli, Dott. Mario Dal Bello, Prof. Nicola Di Marcoberardino, Dott. Massimiliano Eleonori, Mons. Marco Fibbi, Mons. Franco Forconi, Don Marino Galdiero, SDB, Dott. Francesco Giraldo, Dott. Vittorio Giusti, Prof.ssa Daniella Iannotta, Prof.ssa Marina Mataloni, Sig.ra Graziella Milano, Dott. Raffaele Napoli, Dott. Lorenzo Natta, Dott. Beowulf Paesler-Luschkowko, Don Domenico Pompili, Dott. Federico Pontiggia, Avv. Achille Rotolo, Dott.ssa Marina Sanna, Dott. Renato Tarantelli, Dott. Giancarlo Taré.

Roma, 25 settembre 2007


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