S.E. Peter Erd nuovo presidente del CCEE (8 ottobre 2006)
Durante la riunione plenaria del CCEE (in corso dal 4 all’8 ottobre a San Pietroburgo), i Presidenti delle 34 Conferenze episcopali d’Europa membri del CCEE hanno eletto alla Presidenza per il quinquennio 2006-2011 Sua Eminenza Peter Erdö, Consigliere onorario della Consociatio internationalis studio iuris canonici promovendo.
Comunicato stampa CCEE
PER LA PRIMA VOLTA IN TERRA RUSSA
Assemblea plenaria dei Presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE)
San Pietroburgo, Federazione Russa, 4-8 ottobre 2006
Comunicato finale
Per la prima volta nella storia, i Presidenti delle 34 Conferenze episcopali d’Europa si sono incontrati in Russia a San Pietroburgo, il 4-8 ottobre 2006. Evento impensabile fino a pochi anni fa. All’assemblea plenaria del CCEE hanno anche partecipato i rappresentanti della Santa Sede presso le Istituzioni europee, il Nunzio apostolico per la Federazione russa, il Presidente e il Segretario generale della ComECE, il Presidente della Conferenza episcopale del Kasachstan. Sono stati ospiti Sua Beatitudine Gregorio III Laham, Patriarca dei greco- melkiti, i rappresentanti del Patriarcato ortodosso di Mosca, Vescovi luterani, rappresentanti delle autorità civili di S. Pietroburgo. I partecipanti sono stati accolti dalla bellezza e dalla cultura della città. Affetto e grande gioia hanno dimostrato la Chiesa cattolica locale, i suoi pastori e la comunità del seminario dove si è svolto l’incontro. “Siamo venuti qui da tutta l’Europa per esprimere ai cattolici che vivono in questo grande paese la nostra più viva comunione e amicizia”, ha detto Mons. Amédée Grab, Presidente uscente del CCEE, aprendo i lavori.
Messaggio del Papa Benedetto XVI e del Patriarca Alexij II
Nel messaggio ai vescovi Benedetto XVI ha auspicato che l’incontro “incoraggi la testimonianza ed il contributo che la Chiesa cattolica, in fraterna collaborazione con le altre confessioni cristiane, offre all’identità ed al bene comune dell’Europa, quale avanguardia di autentico umanesimo e messaggera di quella pace giusta e duratura, che solo Cristo può donare”.
Il Patriarca Alexij II ha affermato nella sua lettera ai partecipanti: “Spero sinceramente che questa assemblea del CCEE sia un’altra tappa nello sviluppo della collaborazione tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica nell’affermazione dei valori cristiani che sono così richiesti nel mondo moderno”.
Elezione della nuova presidenza del CCEE
Durante l’Assemblea plenaria è stata eletta la nuova Presidenza CCEE per il quinquennio 2006-2011. Come Presidente è stato eletto il cardinale Pèter Erdö, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Primate dell’Ungheria e come Vice-Presidenti i cardinali Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagabria e Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux. L’assemblea ha espresso la sua profonda gratitudine alla presidenza uscente.
La situazione della religione e della Chiesa in Russia
Mons. Joseph Werth, vescovo a Novosibirsk, presidente dela Conferenza episcopale della Federazione russa, ha testimoniato che il sangue dei martiri ha segnato la storia della Chiesa in Russia del XX secolo. “Il futuro della Russia e della sua rinascita spirituale dipendono dalle condizioni e possibilità della Chiesa. Dobbiamo approfittare di questo momento storico donatoci da Dio”, ha detto Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi della Madre di Dio di Mosca. Le prime strutture ecclesiastiche della Chiesa cattolica nell’attuale Federazione russa risalgono al 13° secolo. Oggi vi sono in Russia circa 250 organizzazioni cattoliche ufficiali, di cui 225 sono parrocchie. Circa 270 sacerdoti lavorano in Russia, ma solo il 10% è russo. Il numero dei cattolici è di circa 600.000 (alcune indagini rivelano che potrebbe trattarsi anche dell’ 1% della popolazione, il che significa circa 1.400.000). S.Pietroburgo si segnala per la positività dei rapporti ecumenici. L’Arciprete Vsevolod Chaplin del Patriarcato di Mosca ha sottolineato come stia crescendo in Russia l’interesse per la religione e la spiritualità anche fra i giovani. Durante i tempi della persecuzione era forte la collaborazione ecumenica. In tempi più recenti sono emerse difficoltà, ma questo non deve bloccare il dialogo. E’ possibile ricreare uno spirito fraterno, affrontare le questioni senza spirito aggressivo e approfondire la collaborazione su temi di comune interesse come i valori cristiani, la famiglia, i giovani.
Il servizio del CCEE
L’ elezione della Presidenza del CCEE è stata l’occasione per intraprendere una seria riflessione sul servizio del CCEE che nel 2006 compie 35 anni. L’Europa vive un tempo di forte transizione che richiede di stare saldi nella fede e di ascoltare attentamente “cosa lo Spirito dice alle Chiese”. Si percepisce l’urgenza e l’attesa di una riscoperta della fede cristiana e di un nuovo annuncio della novità del vangelo. Emerge sempre più la necessità di una voce comune dei vescovi europei davanti ad alcune sfide storiche: il fenomeno migratorio, il rapporto fra le religioni, specie con i musulmani, la famiglia, le problematiche etiche legate alla vita. Mons. Amédée Grab ha sostenuto che l’obiettivo e il ruolo della Chiesa “non è di ‘mantenere cristiana l’Europa’, respingendo le altre religioni che hanno origini fuori dall’Europa, ma di aiutare i cristiani in Europa a vivere in coerenza alla loro chiamata battesimale e a ripresentare costantemente a tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo il messaggio di Gesù Cristo”. La crescente importanza ed incidenza delle politiche europee nella vita delle Conferenze episcopali europee, necessita una risposta adeguata da parte di ogni singola Conferenza a livello nazionale. A livello europeo si lavora per una più stretta ed efficace collaborazione tra il CCEE e la COMECE.
La plenaria ha rinnovato le seguenti commissioni del CCEE: 1. Pastorale delle migrazioni; 2. Pastorale dei media; 3. Pastorale vocazionale; 4. Catechesi, scuola, università e ne ha eletto i nuovi presidenti.
Tra i progetti nell’agenda futura del CCEE si segnalano: 1. Il Congresso per professori di tutte le università d’Europa che si terrà a Roma dal 21-24 giugno 2007 sul tema del nuovo umanesimo; 2. La terza assemblea ecumenica europea che si realizzerà a Sibiu il 4-9 settembre 2007; 3. Il progetto di una serie di seminari tra vescovi europei e africani sul tema delle migrazioni che si concluderà con un grande simposio nel 2010 sul tema della evangelizzazione e le culture.
Istituzioni europee e processo di unificazione
Il 50° anniversario del Trattato di Roma, fondativo dell’Unione Europea, del 25 marzo 2007, sarà per le Chiese in Europa una preziosa occasione per riflettere sui valori che hanno ispirato i padri dell’unificazione europea, per rafforzare la responsabilità dei cittadini e per un approfondimento del ruolo dei cristiani nel processo di unificazione. La ComECE ha avviato la programmazione di un congresso su questi temi che si terrà a Roma il 23-25 marzo 2007. Riguardo al 7° programma quadro per la ricerca dell’UE, che include l’inacettabile finanziamento per ricerche su cellule staminali embrionali umane, i vescovi auspicano che al più presto si introduca un termine ultimo per questo finanziamento nei programmi di ricerca specifica. Si constata che le diverse Istituzioni europee in questi ultimi anni hanno intensificato i loro interventi su questioni etiche. La competenza delle singole nazioni in campo etico va salvaguardata: i membri del CCEE richiamano l’importanza di rispettare il principio di sussidiarietà. Le Conferenze episcopali sono chiamate a farsi sempre più carico delle problematiche europee per il bene dei propri paesi.
Pastorale vocazionale in Europa e la figura del sacerdote
La situazione delle vocazioni è diversa nell’ovest e nell’est Europa. L’occidente ha donato nel passato numerosissime vocazioni e molti missionari al mondo, ora però vive una crisi seria. Il giovane dell’Europa occidentale è segnato da un lato da situazioni familiari rotte, dall’isolamento, dal soggettivismo, dalla mancanza di guide, dal primato delle emozioni, dalla rinuncia a scelte definitive, dalla difficoltà ad accettare che esista il dolore; d’altro lato è un giovane che ricerca radicalità, ideali, autenticità, amore personale a Gesù Cristo. Anche il servizio e l’immagine del sacerdote stanno fortemente cambiando: da un prete che risiede in una parrocchia e offre servizi a persone “iniziate” alla vita cristiana, stiamo passando ad un sacerdote che deve riproporre il primo annuncio cristiano ad un popolo che è caratterizzato dalla mobilità. Il Cardinale Danneels, Arcivescovo di Mechelen-Bruxelles, dopo aver descritto la situazione, ha offerto una lettura teologica: è un tempo di esilio e di purificazione che ci spinge a riscoprire che non siamo noi a costruire il regno di Dio, ma che tutto è Grazia e tutto viene da Dio. E’ un tempo in cui deve tornare un annuncio del Vangelo senza esitazione, e una esplicita chiamata ai giovani per la sequela. Nel dibattito i vescovi sottolineano come per il nascere delle vocazioni sia fondamentale la testimonianza di sacerdoti e consacrati di forte vita spirituale e capaci di vita comunitaria. La crisi è soprattutto una crisi di fede.
Matrimonio e Famiglia
Da una ricerca che il segretariato CCEE ha svolto presso le Conferenze episcopali, risulta che il tema della famiglia è una delle realtà umane più considerate dai vescovi europei. Numerosi e qualificati i documenti e le iniziative. In Europa abbiamo la testimonianza di innumerevoli famiglie che vivono con coerenza e gioia la propria vocazione, ma desta preoccupazione il crescente numero di legislazioni che rischiano di sconvolgere la realtà cristiana tradizionale del matrimonio e della vita familiare. Il presidente della Conferenza episcopale spagnola, Mons. Ricardo Blázquez Perez, ha illustrato l’incidenza delle legge sul divorzio e sulla riforma del matrimonio, approvata nel paese nel luglio 2005. Essa ha introdotto la possibilità del divorzio dopo tre mesi dal matrimonio (“divorzio express”) e la possibilità di richiedere il divorzio senza una causa. In questo modo il matrimonio viene considerato una “faccenda privata”. L’effetto è stato una esplosione di rotture definitive di matrimoni. La legge che ha riformato il matrimonio ha invece introdotto due novità: si possono sposare civilmente due persone dello stesso sesso e possono adottare figli come un marito e una moglie. Per il momento l’incidenza sociale di questa legge è minima, dato il basso numero di coppie omosessuali, ma desta preoccupazione l’idea, veicolata dai media, della normalità della omosessualità. Il governo, con il pretesto di allargare i diritti umani, ha portato ad un cambiamento di terminologia nel Codice di diritto civile: le parole “uomo” e “donna” sono state sostituite da “coniugi” e le parole “padri” e “madri” da “progenitori”. Il cambio culturale sotteso comporta una rivoluzione antropologica profonda e va considerata con grande serietà. La più significativa risposta a questa situazione sta nella riscoperta della ricchezza e profondità umana del matrimonio tra un uomo e una donna.
Il cammino ecumenico
Mons. Stanislav Hocevar ha presentato il programma della Terza Assemblea Ecumenica Europea (AEE3), organizzata dal CCEE in collaborazione con la Conferenze delle Chiese europee (KEK), che si svolgerà in Romania a Sibiu, il 4-9 settembre 2007. Essa concluderà un pellegrinaggio iniziato dai cristiani europei a Roma il 24-27 gennaio 2006, con due importanti incontri con il Papa Benedetto XVI. In questi mesi le comunità cristiane di tutta l’Europa sono occupate nella realizzazione della 2° Tappa dell’AEE3 costituita da incontri a livello nazionale, regionale, locale sui temi dell’assemblea. Ad oggi sono stati recensiti 37 incontri nazionali o trans-regionali: molto significative, per esempio, le esperienze degli incontri in Bulgaria e in Voivodina. Il 15-18 febbraio 2007, i 150 delegati delle Conferenze episcopali e Chiese in Europa si incontreranno a Wittenberg (Germania) per la Terza tappa del processo assembleare, per approfondire la tradizione delle Chiese e comunità nate dalla Riforma. Davanti alle grandi sfide storiche, l’assemblea di Sibiu è una chance da cogliere per dare un segnale forte di comunione e fiducia in Europa. I Presidenti delle Conferenze sono impegnati in prima persona per questo evento e sono riconoscenti a tutti coloro che sono disposti a partecipare al “pellegrinaggio” e fanno un appello anche per il sostegno finanziario del progetto. Maggiori informazioni: www.eea3.org
I vescovi europei hanno pure riflettuto sulla diffusione, anche nell’Europa secolarizzata, delle Chiese pentecostali, evangeliche, libere e si sono interrogati sui motivi per cui diversi cattolici aderiscono a queste nuove comunità. Secondo Mons. Arborelius, vescovo di Stoccolma, quattro sono le dimensioni della vita cristiana da approfondire, per entrare in un dialogo reciproco più intenso: l’amore e la sequela personale di Gesù Cristo; la realtà spirituale e la vita di preghiera; la coscienza del dono e dell’opera dello Spirito Santo nelle singole persone e nella Chiesa universale; la conversione e la testimonianza personale. Se i membri di queste comunità scoprono che anche i cattolici vivono queste dimensioni, lasciano cadere pregiudizi e si aprono a un rapporto. L’Europa può essere un buon laboratorio per il dialogo con queste nuove comunità.
La Chiesa in Europa e la situazione mondiale
Cresce la coscienza della responsabilità dell’Europa nei confronti degli altri continenti, specie per i popoli immersi nelle tragedie della violenza, della fame, dell’ingiustizia, della mancanza di libertà, della costrizione ad emigrare. L’Europa guardi al bene comune del mondo e non tenda a fare di sé stessa una “fortezza”. Sua Beatitudine il Patriarca Gregorios III e il Cardinale Jean Pierre Ricard hanno introdotto la riflessione sulla situazione del Medio Oriente in seguito al conflitto del Libano e sulle relazioni con i paesi musulmani. Il fatto che i cristiani siano costretti a una lenta, ma inesorabile emigrazione in quei territori rappresenta una grande perdita per il pluralismo della società araba, ma anche per il dialogo islamo-cristiano, che è un dialogo religioso, ma anche culturale e delle civiltà.
Al termine delle loro riflessioni sulle problematiche mondiali, i Presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa hanno adottato la seguente dichiarazione:
“Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa si unisce alle tante grida d’aiuto per il popolo della regione del Darfur in Sudan. Le statistiche sono allucinanti: almeno 200.000 morti e milioni di sfollati. La stagione delle piogge sta per concludersi, per cui molti temono una ripresa del programma di bombardamenti. In una situazione politica talmente complessa i vescovi d’Europa, insieme ai confratelli della Conferenza episcopale sudanese, si preoccupano per le vittime del disastro umanitario. Molti organismi, dal livello politico fino alle agenzie umanitarie, stanno aiutando con generosità ammirevole le vittime della tragedia nel Darfur; i vescovi sono riconoscenti per il loro impegno e incoraggiano i cattolici dell’Europa a fare tutto il possibile per sostenere il loro sforzo, con la preghiera, con aiuti finanziari, e tenendo viva nell’opinione pubblica l’informazione su ciò che sta succedendo in quella regione e in altre zone del mondo minacciate dalla violenza e dalla guerra.
I vescovi sono anche molto preoccupati per le notizie che arrivano dai cattolici dello Sri Lanka, le cui vite sono ferite da tanta violenza; non pochi di loro, fra cui alcuni sacerdoti, sono “spariti” senza traccia, e centinaia di persone sono state uccise in questi ultimi mesi. Alcune Conferenze episcopali sono già impegnate in vari modi per aiutare il popolo dello Sri Lanka, ma sembra che, anche in quelle terre, permanga la minaccia di violenze politiche ed etniche.
Il Santo Padre ha parlato ancora una volta, dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 1° ottobre, della sorte tragica del popolo iracheno; da secoli musulmani e cristiani hanno vissuto insieme nella pace, ma la violenza tra gruppi religiosi di questi mesi sta lacerando la comunità musulmana e rendendo quasi impossibile la stessa sopravvivenza di quella cristiana. Contemporaneamente sono ancora accaduti episodi particolarmente feroci di violenza nei territori palestinesi, dove le divisioni interne sembrano costituire la prova più grave che questo popolo abbia dovuto affrontare finora. Le sofferenze di questo popolo sono fin troppo conosciute, soprattutto dai Vescovi che visitano la Terra Santa ogni anno in un pellegrinaggio di solidarietà con i fratelli cristiani. I Vescovi sono riconoscenti della solidarietà di tante loro comunità, che hanno reagito così generosamente agli appelli del popolo libanese in occasione del recente conflitto. I membri del CCEE si auspicano che i fedeli si impegnino per dare ogni aiuto possibile. Compito importante è anche quello di informarsi sui paesi – anche quelli non molto lontani – dove il diritto alla libertà religiosa è spesso calpestato e su tutte quelle zone dove la malattia e la fame stroncano la vita a tanti figli di Dio, per tener vivo il problema nell’opinione pubblica e presso le autorità.
I vescovi europei insistono perché venga ripreso con serietà il programma del “Millennium Goals”, che si prefigge, entro il 2015, lo sradicamento della povertà, fame, mortalità infantile, malattie e il sostegno dell’educazione, dell’uguaglianza, della sostenibilità ambientale. Esso è stato lanciato nel Giubileo del 2000, ma è troppo disatteso”.
L’assemblea del CCEE si è conclusa con una solenne ed emozionante celebrazione Eucaristica, con la comunità cattolica locale, nella Chiesa di S.Caterina, sulla Nevskij Prospekt.
L’assemblea plenaria CCEE del 2007 si realizzerà a Fatima (Portogallo) il 4-7 ottobre.
S.Pietroburgo, 8 ottobre 2006
Per ulteriori informazioni:
Thierry Bonaventura, Addetto Stampa
CCEE Tel. + 41 71 227 60 44; – E-mail: thierry.bonaventura@ccee.ch
Il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) riunisce i Presidenti delle attuali 34 Conferenze episcopali europee. Lo presiede il Cardinale. Pèter Erdö, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Primate dell’Ungheria; i vicepresidenti sono il Cardinale Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagabria e il Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux. Segretario generale del CCEE è Mons. Aldo Giordano. La sede del segretariato è a San Gallo (Svizzera)
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