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Notizie • 21 Gennaio 2013

Sentenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo su quattro casi britannici relativi a libertà religiosa e non discriminazione (15 gennaio 2013)


Il 15 gennaio scorso la Corte europea dei diritti dell'uomo si è pronunciata, nella sentenza Eweida and others vs. UK, su quattro casi relativi alla libertà religiosa e alla discriminazione nei luoghi di lavoro. I casi, oggetto di sentenze di tribunali nazionali, hanno fatto molto discutere opinione pubblica e dottrina nel Regno Unito, mettendo in luce soprattutto la difficoltà di trovare un equilibrio tra libertà religiosa e altri diritti fondamentali legati al diritto antidiscriminatorio.

I casi oggetto del ricorso alla Corte di Strasburgo:

  1. Eweida vs. British Airways (v. Court of Appeal, 12 febbraio 2010; Employment Appeal Tribunal, 20 novembre 2008): la ricorrente è una hostess di British Airways, licenziata per aver indossato una catenina con la croce, contravvenendo alle regole sulle divise della compagnia aerea
  2. Chaplin vs. v Royal Devon & Exeter Hospital NHS Foundation Trust (v. Employment Tribunal, 21 Aprile 2010): la ricorrente è una infermiera del servizio sanitario nazionale, alla quale era stato impedito di indossare una catenina con il crocifisso, vietata dalle regole sulla sicurezza e l'igiene nei luoghi di cura
  3. Ladele vs. Borough of Islington (v. sentenza 15 dicembre 2009): la ricorrente è una funzionaria pubblica, addetta ai registri dello stato civile, che aveva rifiutato, per motivi di coscienza, di procedere alla registrazione delle unioni omosessuali.
  4. McFarlane vs. Relate Avon Ltd (v. Court of Appeal, 29 ottobre 2010; Employment Appeal Tribunal, 30 novembre 2009): il ricorrente è un consulente e terapeuta di coppia, di religione cristiana, licenziato per aver rifiutato di svolgere il suo lavoro con coppie omosessuali.

La Corte europea ha affermato che nel caso della signora Eweida i giudici nazionali non avevano valutato correttamente la legittimità e proporzionalità dei limiti alla libertà religiosa. Ha ritenuto, quindi, che vi fosse stata una violazione dell'art. 9 della CEDU da parte del Regno Unito.
Negli altri tre casi, invece, una simile violazione non è stata individuata. Nel caso della signora Chaplin, infatti, l'esigenza di sicurezza negli ospedali, per cui si vieta alle infermiere di indossare oggetti di gioielleria, rappresentava un obiettivo legittimo e proporzionato per limitare il diritto di libertà religiosa. Infine, nei casi Ladele e McFarlane, se da un lato la Corte ha riconosciuto che i ricorrenti, opponendosi allo svolgimento di mansioni relative al riconoscimento delle unioni omosessuali, hanno manifestato la propria libertà religiosa, dall'altro ha affermato che la legge nazionale che riconosce parità di diritti alle coppie omosessuali ed eterosessuali rappresenta uno strumento legittimo per limitare l'espressione del proprio credo religioso. Inoltre, spetta alle autorità nazionali, nell'ambito del loro “margine di apprezzamento”, operare un bilanciamento tra libertà religiosa e diritto a non essere discriminati in base all'orientamento sessuale.


Gli interventi di alcuni terzi ammessi a presentare una memoria durante l'udienza del 4 settembre 2012:

relativamente a tutti e quattro i casi:
– Equality and Human Rights Commission: Legal intervention on religion or belief rights (www.equalityhumanrights.com)
– National Secular Society: Submission (www.secularism.org.uk)

relativamente ai casi Eweida e Chaplin:
– Associazone “Giuseppi Dossetti: i Valori”: Written comments

i documenti degli altri interventi su www.lawandreligionuk.com

la nota di stampa della Corte relativa all'udienza del 4 settembre 2012

Segnaliamo anche
– il comunicato stampa della Equality and Human Rights Commission Commission welcomes European Court of Human Rights ruling on religious discrimination cases
– l'intervista all'arcivescovo Mamberti (su Radio Vaticana, 17 gennaio 2013)
– il comunicato stampa della Associazione “Giuseppe Dossetti” (15 gennaio 2013)


Alcuni commenti alla sentenza della Corte

Argomenti: Giurisprudenza