Quaderni di diritto ecclesiale - Numero 3 – Luglio 2012
N. 3 – XXV – LUGLIO 2012
SOMMARIO
257 – Editoriale
260 – La riserva di alcuni delitti alla Congregazione per la dottrina della fede e la nozione di delicta graviora di Davide Salvatori
281 – I principali doveri del vescovo davanti alla notizia di un delitto "più grave" commesso contro la morale o nella celebrazione dei sacramenti di Marino Mosconi
316 – La procedura canonica a livello diocesano nel caso dei delicta graviora di Desiderio Vajani
356 – La "pena giusta" nei casi di delicta graviora di Egidio Miragoli
369 – Devono durare anni le case di nullità matrimoniale? Suggerimenti e proposte per un processo celere V. L'uso del computer durante l'istruttoria di Adolfo Zambon
Editoriale
Nell’omelia per la conclusione dell’anno sacerdotale, in occasione della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù del 2010, papa Benedetto XVI richiamava tutti i sacerdoti a considerare l’origine straordinaria del dono di essere ministri del Signore e l’importanza dell’opera loro affidata:
«il sacerdote non è semplicemente il detentore di un ufficio [ … ] egli invece fa qualcosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, a partire da Dio, la situazione della nostra vita. Pronuncia sulle offerte del pane e del vino le parole di ringraziamento di Cristo che sono parole di transustanziazione – parole che rendono presente Lui stesso, il Risorto, il suo Corpo e il suo Sangue, e trasformano così gli elementi del mondo: parole che spalancano il mondo a Dio e lo congiungono a Lui».
In questa riflessione si trova una sintetica descrizione dei tesori più preziosi della Chiesa di Dio, affidati al ministero dei sacerdoti, ma offerti ad ogni fedele battezzato. Nella stessa omelia il Papa, tuttavia, non trascurava di ricordare come questi tesori sono nascosti «in vasi di creta», riferendosi in quella circostanza soprattutto alla fragilità dei sacerdoti, drammaticamente emersa nell’abuso nei confronti di minori commesso da alcuni chierici. Appare tuttavia evidente che la fragilità della Chiesa evidenziata dal Papa chiama in causa anche altri comportamenti che, compiuti dai sacerdoti o da altri fedeli, si configurano come un tradimento dei doni ricevuti e possono minacciare il bene della Chiesa, avendo a che fare con la fede stessa o con la degna celebrazione dei sacramenti, in particolare i sacramenti della penitenza e dell’Eucaristia o lo stesso sacramento dell’ordine sacro.
Il proposito della parte monografica di questo fascicolo è quello di illustrare il contributo del diritto canonico nel far fronte a questi gravi comportamenti, secondo la categoria dei «delitti contro la fede» e dei «delitti più gravi commessi sia contro la morale sia nella celebrazione dei Sacramenti», che la costituzione Pastor bonus identifica al n. 52, riservandoli alla competenza della Congregazione per la dottrina della fede. Nella già citata omelia del 2010 Benedetto XVI paragonava questo compito al servizio svolto dal bastone del pastore, secondo l’immagine del Salmo 23 (22), il cui uso appare come «un servizio di amore», a difesa del gregge, mentre al contrario non sarebbe coerente con l’amore non usare il bastone e quindi non proteggere il gregge, tollerando «comportamenti indegni della vita sacerdotale» o lasciando «proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede». Del resto lo stesso bastone del pastore, se da un lato ha il compito di allontanare i pericoli con la forza della sua durezza, dall’altro di rassicurare e supportare il gregge dei credenti, infatti «deve sempre di nuovo diventare il vincastro del pastore – vincastro che aiuti gli uomini a poter camminare su sentieri difficili e a seguire il Signore».
Il primo articolo del fascicolo, «la riserva di alcuni delitti alla Congregazione per la dottrina della fede e la nozione di delicta graviora», affidato a Davide Salvatori, si propone di ricostruire l’origine della categoria dei delitti riservati alla Congregazione per la dottrina della fede, che unifica la reazione della Chiesa ai delitti commessi negli ambiti sopra evocati. L’autore, attraverso una disamina che ripercorre in prevalenza la vicenda storica, illumina la comprensione della categoria in esame e in tal modo consente di cogliere la ragione per cui alcuni delitti sono considerati più gravi e per questo resi oggetto di una specifica riserva.
L’articolo successivo, «i principali doveri del vescovo davanti alla notizia di un delitto “più grave” commesso contro la morale o nella celebrazione dei sacramenti», affidato a Marino Mosconi, ha come attenzione quella di evidenziare e descrivere il compito del vescovo nel reagire ai comportamenti delittuosi più gravi, riservati alla Congregazione per la dottrina della fede. Lo studio vuole in tal modo offrire un contributo per comprendere fino a che punto si estende la responsabilità specifica del Pastore della diocesi e in che modo questa si rapporti alla competenza della Santa Sede e a quella propria dell’autorità civile.
L’articolo di Desiderio Vajani, «la procedura canonica a livello diocesano nel caso dei delicta graviora», affronta l’argomento pratico degli atti che devono essere redatti a livello diocesano per ottemperare al dovere di indagare e procedere (si considera la cosiddetta via amministrativa per l’applicazione delle sanzioni) nei confronti dei delitti riservati alla Congregazione per la dottrina della fede. L’articolo è provvisto anche di un’utile esemplificazione di alcuni testi, che possono essere adottati (con gli inevitabili adattamenti a ogni singolo caso) nella prassi delle curie diocesane.
Conclude la parte monografica del fascicolo il contributo di Egidio Miragoli, dal titolo «la “pena giusta” nei casi di delicta graviora». Lo scopo di quest’ultimo studio è quello di dare indicazioni concrete al vescovo che si trova a dover sanzionare dei fedeli (soprattutto dei chierici) che sono incorsi nei più gravi delitti contro i Sacramenti e la morale, suggerendo le misure più opportune da adottare e richiamando il valore proprio della pena canonica, con le finalità che la caratterizzano. Il contributo mostra una specifica attenzione a quella che è la sensibilità contemporanea nell’affrontare il tema della sanzione, con particolare riferimento ai casi di pedofilia.
L’ampiezza della parte monografica consente l’inserimento di un solo ulteriore articolo: per la rubrica Devono durare anni le cause di nullità matrimoniale?, viene offerta una riflessione sull’uso del computer nelle cause di nullità matrimoniale (Zambon).