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    Interrogazione 16 luglio 2003, n.E-2486

    Violazione della libertà religiosa in Uzbekistan nei confronti di cittadini di fede Avventista e di membri della Chiesa Protestante d'Asia

    Data: 16 luglio 2003
    Autore:
    Parlamento europeo
    Argomento:
    Divieto di discriminazione
    Parole chiave:
    Libertà di culto, Stato, Intolleranza, Laicità, Democratizzazione, Minoranze religiose, Registrazione, Violenze, Avventisti
    Parlamento europeo. Interrogazione scritta E-2486 di Maurizio Turco alla Commissione: “Violazione della libertà religiosa in Uzbekistan nei confronti di cittadini di fede Avventista e di membri della Chiesa Protestante d’Asia”, 16 luglio 2003. Premesso che: – cinque mesi dopo un’incursione nella loro piccola congregazione di Nukus, capitale del Karakalpakstan, repubblica autonoma del nord ovest dell’Uzbekistan, […]

    Parlamento europeo. Interrogazione scritta E-2486 di Maurizio Turco alla Commissione: “Violazione della libertà religiosa in Uzbekistan nei confronti di cittadini di fede Avventista e di membri della Chiesa Protestante d’Asia”, 16 luglio 2003.

    Premesso che:
    – cinque mesi dopo un’incursione nella loro piccola congregazione di Nukus, capitale del Karakalpakstan, repubblica autonoma del nord ovest dell’Uzbekistan, e più di due mesi dopo essere stati multati, un gruppo di Avventisti ha ricevuto un mandato di comparizione in giudizio in Nukus per il 20 luglio 2003;
    – il procuratore di Nukus, Sultan Ibragimov, rifiuta di dare informazioni sul perché di questa convocazione in giudizio;
    – l’ufficiale degli affari religiosi, Nurula Jamalov, ha ammesso che il materiale confiscato agli Avventisti durante l’incursione non sarà distribuito in Uzbekistan.
    – il 21 giugno 2003 Nelya Denisova, membro della Chiesa Protestante d’Asia, è stata interrogata per quattro ore da un Ufficiale del Servizio di Sicurezza Nazionale (ex KGB). Il SSN ha vietato alla donna di rendere pubblico l’interrogatorio;
    – la Chiesa Protestante d’Asia non è ancora riuscita ad ottenere la registrazione che la renderebbe legale in quanto l’art. 8 della legge Religiosa Uzbeka richiede una educazione religiosa specifica per il pastore.
    Visti altresì gli eccellenti rapporti di cooperazione tra l’Unione europea e l’Uzbekistan a livello economico e commerciale;
    Potrebbe la Commissione far sapere
    se è a conoscenza delle violazioni gravi e persistenti della libertà religiosa in Uzbekistan e dei fatti denunciati?
    Quali iniziative contestuali ai rapporti di cooperazione, potrebbero, a giudizio della Commissione, costituire un serio ed efficace strumento per indurre l’Uzbekistan a rispettare la libertà religiosa?

    Risposta dell’On.le Patten in nome della Commissione, 22 agosto 2003.

    La Commissione è preoccupata per le sempre più numerose violazioni della libertà di religione nel Caucaso meridionale e in Asia centrale ed è al corrente dei problemi che devono affrontare gli Avventisti, i membri della Chiesa protestante d’Asia, le comunità musulmane e russe ortodosse in Turkmenistan e i Testimoni di Geova in Armenia.
    Dato che l’Uzbekistan, il Kazakistan, l’Armenia e la Georgia hanno concluso accordi di partenariato e cooperazione con l’Unione, la Commissione solleva in occasione delle riunioni che si tengono nel quadro degli accordi il problema della violazione della libertà di religione e, più in generale, dei diritti umani fondamentali. Anche se l’accordo di partenariato e cooperazione con il Turkmenistan non è stato ancora ratificato, la Commissione affronta la questione durante ogni riunione bilaterale con le autorità turkmene.
    La Commissione desidera ribadire la grande importanza attribuita al diritto alla libertà di religione, di credo ed espressione. L’Unione ha sostenuto ripetutamente che il rispetto dei diritti umani e la democratizzazione devono essere parte integrante del dialogo politico con i paesi terzi. Nella comunicazione del maggio 2001 sul ruolo dell’Unione nella promozione dei diritti umani e della democratizzazione nei paesi terzi, la Commissione si è impegnata ad integrare i temi della democratizzazione e del rispetto dei diritti umani in tutti i programmi di assistenza della Comunità.
    Oltre all’assistenza Tacis, nel quadro dell’Iniziativa europea per i diritti umani e la democrazia (EIDHR), la Commissione finanzia una serie di attività a sostegno della libertà di religione e del processo di democratizzazione nel Caucaso meridionale e in Asia centrale.

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