Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 9 Luglio 2004

Interrogazione 21 luglio 2003, n.E-2541

Parlamento europeo. Interrogazione scritta E-2541 di Maurizio Turco alla Commissione: “Il caso “Gescartera” e gli accordi tra lo stato spagnolo e la Santa Sede”, 21 luglio 2003.

Considerando che
– Gescartera, la società di investimenti che operava in Borsa rimasta coinvolta nel più grande scandalo borsistico spagnolo (lasciando un buco di 87 milioni di euro) contava tra i propri clienti diversi enti legati alla Chiesa cattolica;
– sei su quindici dei principali clienti di Gescartera in termini di guadagni sono enti religiosi: Ispettorato salesiano di Maria Ausiliatrice, l’Ordine di Sant’Agostino, le Filippine missionarie dell’insegnamento, la Fondazione Emilio Álvarez Gallego, le missionarie Agostiniane e l’Arcivescovado di Valladolid, uno dei clienti che ha affidato più denaro a Gescartera e, per tale motivo, uno dei maggiori beneficiari di plusvalenze falsate, che è tra l’altro uno di quegli enti che fruisce delle esenzioni previste dalla legge 49/2002 “sul regime fiscale degli enti senza scopo di lucro e sugli incentivi fiscali al mecenatismo”, che esclude dalla tassazione il reddito del capitale immobiliare di questi enti (art. 6);
– d’altro canto, la cifra investita sembra sproporzionata rispetto a un arcivescovado come quello di Valladolid, senza che con ciò si voglia dar credito alle voci secondo le quali l’arcivescovado avrebbe favorito una titolarità fittizia dei valori investiti;
– di fatto, i conti dell’arcivescovado risultano oscuri e contradditori, tanto più che quest’ultimo si è rifiutato di collaborare di fronte alla richiesta da parte del giudice istruttore di esibire la contabilità compresa tra il 1996 e il 1999, periodo in cui arrivò ad accumulare un investimento presso Gescartera pari a 6.641.184 euro (che recuperò dopo aver saputo che la CNMV – la Commissione nazionale per il mercato dei valori – stava investigando su Gescartera), nonché quella relativa all’esercizio 2001, anno in cui investì 150.253 euro; la Conferenza episcopale spagnola in tal occasione appoggiò il rifiuto a collaborare dell’Arcivescovado, sostenendo l’inviolabilità dei documenti ecclesiastici sulla base dell’Acuerdo sobre Asuntos Jurídicos (Accordo sulle questioni giuridiche), che sancisce e tutela il diritto della Chiesa spagnola all’esclusiva custodia dei suoi archivi e riconosce che questi ultimi “sono inviolabili”;
– in base all’Acuerdo de Asuntos Económicos (Accordo sulle questioni economiche) tra la Spagna e la Santa Sede, il sistema di finanziamento della Chiesa cattolica si basa su un sistema di contributi assegnatile espressamente da ciascun contribuente tramite la dichiarazione dei redditi, oltre a uno stanziamento proveniente dal bilancio generale dello Stato (che si aggira intorno ai 130 milioni di pesetas). Oltre a ciò la Chiesa cattolica beneficia di un’esenzione dell’IVA che viola la direttiva comunitaria 91/680/CE; risulta perciò difficile dimostrare se il denaro investito in borsa dalla Chiesa cattolica provenga o meno dai benefici di cui essa gode, grazie agli accordi con lo Stato spagnolo, visto che i bilanci della Chiesa cattolica e dei diversi enti ad essa legati non sono pubblici e il contributo statale non implica la trasparenza della gestione finanziaria della Chiesa;
È al corrente la Commissione dei fatti descritti e, in caso affermativo, quali iniziative ha preso o intende prendere di fronte alla gravità dei fatti esposti?
Ritiene che gli accordi tra la Santa Sede e lo stato spagnolo siano incompatibili con il TCE e il TUE e che il Regno di Spagna abbia fatto ricorso a tutti i mezzi adeguati al fine di eliminare le incompatibilità?
Reputa che le violazioni alla Costituzione debbano essere denunciate esclusivamente attraverso il diritto interno del paese oppure che possano essere prese in considerazione anche dalle istituzioni comunitarie come violazioni gravi dello stato di diritto e della democrazia?

Risposta dell’On.le Bolkestein a nome della Commissione, 18 settembre 2003.

La Commissione non è stata adita in merito a quanto riportato dall’onorevole parlamentare.
Per quanto riguarda l’IVA, voglia l’onorevole parlamentare far riferimento alla risposta alla sua interrogazione scritta P-3773/02.