Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 17 Giugno 2007

Rendiconto 05 luglio 2002

Conferenza Episcopale Italiana: “Rendiconto, previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985, circa l’utilizzo delle somme IRPEF pervenute all’ICSC e alla CEI nell’anno 2001”, 5 luglio 2002.

L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale competente il rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo pubblichi nel Notiziario ufficiale della stessa Conferenza.
In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo all’anno 2001, con allegate alcune annotazioni illustrative, inviato con lettera n. 718/02 del 5 luglio 2002, dal Presidente della C.E.I., Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On. Beppe Pisanu.

Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine delle lettere del comma secondo dell’art. 44:

Lettera a) – Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto nell’anno 2001:
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 35.781
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 3.245

Lettera b) – Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo delle ritenute fiscali):
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:
da un minimo di £. 19.200.000 (£. 1.600.000 mensili x 12 mensilità)
ad un massimo di £. 35.760.000 (£. 2.980.000 mensili x 12 mensilità)
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:
sacerdoti: £. 25.680.000 (£. 2.140.000 mensili x 12 mensilità)
Vescovi emeriti: £. 31.200.000 (£. 2.600.000 mensili x 12 mensilità)

Lettera c) – Ammontare complessivo delle somme di cui agli articoli 46 e 47 destinate al sostentamento del clero:
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento del clero e deducibili a termini dell’art. 46: £. 38.784.630.931
– importo destinato dalla C.E.I. a valere sull’anticipo dell’8 per mille IRPEF: £. 562.000.000.000

Lettera d) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione: n. 113

Lettera e) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione: n. 35.573

Lettera f) – Ammontare delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali operati ai sensi dell’art. 25:
– ritenute fiscali £. 107.564.253.000
– contributi previdenziali £. 48.577.248.988

Lettera g) – Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli Istituti per il sostentamento del clero: £. 487.403.670.633

Lettera h) – Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:

1. ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE

La somma destinata a questa finalità è stata pari a £. 626.438.220.185.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– per la costruzione di nuovi edifici di culto e centri parrocchiali: £. 160.438.220.185;
– alle diocesi, per il sostegno delle attività di culto e pastorale: £. 260 miliardi;
– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.: £. 56 miliardi;
– per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici: £. 50 miliardi;
– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana: £. 90 miliardi;
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali: £. 10 miliardi.

2. INTERVENTI CARITATIVI IN ITALIA E NEI PAESI DEL TERZO MONDO

La somma destinata a questa finalità è stata pari a £. 288.517.784.335.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale: £. 133 miliardi;
– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.: £. 30.079.564.150;
– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo: £. 125.438.220.185.

A N N O T A Z I O N I

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi che “tale rendiconto deve comunque precisare”.

SOSTENTAMENTO DEL CLERO CATTOLICO

1. Quanto al dato di cui alla lett. a) dell’art. 44, comma secondo:

Il numero di 39.026 (35.781 + 3.245) individua i sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento nel corso del 2001, compresi coloro che tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.
I primi (35.781) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione per il ministero svolto a tempo pieno in servizio delle diocesi (cf. art. 24); i secondi (3.245) sono coloro a cui si è provveduto a titolo di previdenza integrativa (cf. art. 27, comma primo), non essendo essi più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.

2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)

L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione del sistema remunerativo.
A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la C.E.I. determina il valore monetario del singolo punto (per il 2001: £. 20.000); la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei punti per il valore del punto. Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2001: 80 punti mensili) sono attribuiti punti ulteriori (che, a partire dal 1998, possono raggiungere un massimo di 149 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste dalla normativa data dalla C.E.I. ai sensi dell’art. 75 della legge n. 222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico (oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).

3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)

Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento del clero cattolico nel 2001, sono state pari a £. 38.784.630.931. Si tratta dell’importo complessivo delle erogazioni liberali versate nel corso del 2000 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2000, al ricevimento delle rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio successivo (2001).
La somma di £. 562.000.000.000 corrisponde all’importo trasmesso dalla C.E.I. all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo di £. 1.476.956.004.520 effettuato dallo Stato nell’anno 2001 ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 47.

4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e).

Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato secondo i seguenti criteri:

A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:
a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;
b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti” (art. 33).

B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art. 33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato” (art. 34, comma primo).

C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.
Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi primo e secondo).
In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:
– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico, perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate computabili, gli si deve l’intera remunerazione. I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 113.
– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono la misura di remunerazione loro attribuita (cf. quanto annotato più sopra alla lettera B.) hanno diritto di ricevere una integrazione fino alla concorrenza di tale misura. I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 35.573.
– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi apporti o addirittura superano la misura di remunerazione loro attribuita; in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione. I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.340.

5. Quanto al dato di cui alla lettera f).

A proposito delle ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della remunerazione dei sacerdoti:
– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;
– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il sostentamento del clero.
E’ da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è gravato sui sacerdoti nel 2001 è maggiore dell’importo indicato: quando, per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. E’ noto inoltre che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i sacerdoti godono.
A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria per ogni sacerdote secolare.

6. Quanto alla lettera g).

Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente punto 3 delle presenti Annotazioni (£. 600.784.630.931) e la somma erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento del clero (£. 487.403.670.633) si constata una differenza positiva di £. 113.380.960.298, che merita un chiarimento.
Parte di tale differenza, ed esattamente £. 44.757.273.435, è stata utilizzata per finanziare gli assegni di previdenza integrativa erogati a favore dei 3.245 sacerdoti inabili allo svolgimento del ministero a tempo pieno, di cui alla lettera a). La somma residua (£. 68.623.686.863) è stata utilizzata dall’Istituto Centrale, in parte, per il pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa stipulata in favore del clero (pari a £. 19.790.075.000), e per la parte restante (£. 48.833.611.863) è stata destinata dal medesimo alle esigenze del sostentamento del clero dell’anno successivo.

7. Quanto alla lettera h).

ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE

A) Una quota di £. 160.438.220.185 è stata destinata per la costruzione di edifici di culto cattolico e delle pertinenti opere parrocchiali.

B) Una quota di £. 260 miliardi è stata destinata alle 227 diocesi italiane, per il sostegno delle attività di culto e di pastorale.
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (£. 584.500.000) eguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: £. 194.833.333), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (£. 2.216 per abitante). L’individuazione delle finalità di culto e di pastorale alle quali destinare la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata dalla C.E.I. ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento la descrizione delle attività di religione e di culto contenuta nell’art. 16, lett. a) della legge 20 maggio 1985, n. 222: attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana. Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi per il rendiconto annuale.

C) Una quota di £. 56 miliardi è stata destinata a sostegno di attività di culto e di pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla Presidenza della C.E.I., sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Le modalità di impiego di tale quota sono state molto simili a quelle degli anni precedenti.

D) Una quota di £. 50 miliardi è stata destinata per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici.

E) Una quota di £. 90 miliardi è stata destinata per il “fondo speciale”, costituito presso la C.E.I., finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana.

F) Una quota di £. 10 miliardi è stata destinata per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.

INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DELLA COLLETTIVITÀ NAZIONALE

A) Una quota di £. 133 miliardi è stata destinata alle 227 diocesi italiane per interventi caritativi a favore della collettività nazionale. La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (£. 300.000.000) uguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: £. 100.000.000), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (£. 1.133 per abitante).

B) Una quota di £. 30.079.564.150 è stata destinata per interventi caritativi in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza della C.E.I., sentito il Consiglio Episcopale Permanente.

INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DI PAESI DEL TERZO MONDO

Nell’anno 2001 una quota di lire 125.438.220.185 è stata destinata agli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo.
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato, costituito per un triennio dal Consiglio Episcopale Permanente in data 5 giugno 1990, rinnovato in data 25 marzo 1993, nuovamente rinnovato in data 29 marzo 1996 e confermato a tempo indeterminato in data 14 maggio 2001.
Relativamente ai fondi dell’anno 2001 sono pervenuti n. 898 progetti, di cui quelli finora approvati sono 327.
Molti progetti sono stati respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge 222/1985, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente o non in linea con il Regolamento applicativo, approvato dalla Presidenza della Conferenza Episcopale ed indicante il quadro dei criteri generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.
Come ricordato in precedenti occasioni, i progetti finanziati con l’otto per mille promuovono la formazione in tutti gli ambiti: dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali; non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali, né si tiene in minor considerazione la formazione universitaria e la promozione della donna.
Oltre al sostegno dato a questa tipologia di progetti prioritari occorre ricordare anche alcuni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono nelle stesse aree che il Comitato segue (l’entità degli stanziamenti può variare nel caso di grave calamità nazionale rispetto a interventi più mirati per emergenze locali).

Ecco di seguito alcuni tra i progetti maggiormente significativi che il Comitato sta attuando:
In ambito scolastico: integrazione scolastica bambini audiolesi (Albania); formazione insegnanti (Albania); corsi di specializzazione universitaria e attività culturali (Brasile); formazione insegnanti indigeni (Ecuador); produzione materiali didattici (Haiti); aggiornamento insegnanti (Sudan); formazione personale insegnante e medico (Rep. Democratica del Congo).
In ambito sanitario: scuola di formazione professionale in scienze infermieristiche (Angola); clinica medica a Dubbo (Etiopia); formazione in pediatria (Guatemala); formazione personale in chirurgia cardiotoracica e cardiologia invasiva (India); acquisto attrezzature e materiale scolastico (Kenya); formazione di operatori socio-sanitari per assistenza domiciliare (Mozambico); dispensario socio-sanitario (Tanzania).
Nel settore della promozione umana: scuola polivalente di formazione professionale (Angola); alfabetizzazione e prevenzione della salute e dell’ambiente presso le minoranze (Bangladesh); educazione, formazione, prevenzione e cura per il controllo della lebbra e delle malattie a trasmissione sessuale (Brasile); avvio al lavoro e creazione di unità di produzione in microcooperative (Brasile); sviluppo agro-forestale a favore degli indios (Brasile); scuola agricola (Colombia); corsi di formazione professionale e conservazione alimenti (Filippine); formazione in giornalismo e tecnologie dell’informazione (India); progetto di assistenza e riabilitazione dei reclusi (Kenya); promozione della donna e sviluppo dell’economia domestica (Madagascar); rimboschimento contro la desertificazione (Mali); radio cattolica di formazione e promozione integrale (Papua Nuova Guinea); progetto idroelettrico per lo sviluppo sociale (Tanzania); nuove tecnologie di allevamento (Uganda).

Tra le emergenze alle quali la C.E.I. ha potuto dar risposta nel 2001 ricordiamo:
Afganistan (profughi) 3 miliardi
India (terremoto) 3 miliardi
Honduras (terremoto) 1.5 miliardi
Terra Santa (profughi) 1.5 miliardi
Corea del Nord (alimentare) 500 milioni
Libano (profughi ed alimentare) 300 milioni
Ciad (carestia) 100 milioni
Resta fermo che, come negli anni passati, tutta la somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque erogata per i progetti approvati.

A questo proposito si segnala che la somma di lire 105.000.000.000 destinata nell’anno 2000 è stata interamente erogata per finanziare 471 progetti sui 1052 presentati.