Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Notizie • 1 Maggio 2005

Strasburgo: Risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2004 e sulla politica dell’UE in materia (28 aprile 2005)

Il 28 aprile 2005 il Parlamento europeo ha approvato la Risoluzione sulla relazione (Simon COVENEY (PPE/DE, IE) annuale sui diritti umani nel mondo nel 2004 e sulla politica dell’UE in materia (2004/2151(INI)) – P6_TA-PROV(2005)0150

La lunga relazione – adottata con 251 voti favorevoli, 64 contrari e 255 astensioni – mette innanzi tutto in risalto le violazioni dei diritti umani nei singoli paesi, per poi approfondire alcune tematiche orizzontali. Queste ultime riguardano, in particolare, la lotta al terrorismo, i diritti dei bambini, l’impatto dei conflitti su donne e bambini, la pena di morte, il traffico di organi ed esseri umani. Ma anche il ruolo del mondo degli affari nel campo dei diritti umani, il ruolo del Tribunale penale internazionale (TPI) e gli sviluppi politici e istituzionali all’interno e all’esterno dell’Unione europea.

Per ciò che attiene al fattore religioso, la relazione Coveney chiede innanzitutto all’ONU e all’intera comunità internazionale di prestare maggiore attenzione all’impatto dei conflitti su donne e bambini, soprattutto su quelli appartenenti a minoranze etniche, linguistiche e/o religiose, e in particolare quando diventano bersaglio di una deliberata strategia bellica.

Successivamente la relazione:

– guarda con preoccupazione al fatto che Laos e Vietnam rimangano Stati a partito unico che continuano a reprimere le minoranze etniche e religiose, oltre che gli attivisti impegnati a favore della democrazia e dei diritti umani, e invita i governi dei due paesi a difendere la libertà religiosa, di espressione e di riunione;

– valuta positivamente il fatto che la Cina abbia avviato un dialogo con l’UE sui diritti umani; chiede ai governi degli Stati membri, alla Commissione e alla Cina di utilizzare tale dialogo quale opportunità reale di cambiamento nelle politiche interne della Cina, in quanto permangono considerevoli preoccupazioni per quanto riguarda i diritti umani, e nella fattispecie il ricorso alla pena di morte e l’abolizione della libertà di associazione e di religione;

– nonostante riconosca che l’India è la più grande democrazia funzionante al mondo, esprime preoccupazione per i continui atti di discriminazione nella società indiana, legati allo status sociale e religioso o all’appartenenza di casta. Inoltre, la relazione invita il governo indiano a garantire tempestive indagini da parte dell’autorità giudiziaria in merito a presunte violazioni dei diritti umani nella regione del Kashmir;

– sottolinea che, nell’attuare le misure contro il terrorismo, gli Stati devono rispettare e salvaguardare i diritti e le libertà fondamentali, compresi la libertà di espressione (a meno che l’espressione non sia un’istigazione all’odio o alla violenza), religione, coscienza o fede, associazione e riunione, nonché il diritto alla privacy, che desta particolare preoccupazione nella sfera della raccolta e diffusione di informazioni riservate.

Argomenti: Unione Europea