Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 11 Maggio 2005

Rendiconto 10 luglio 2003

C.E.I. Rendiconto 10 luglio 2003: “Rendiconto previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985, circa l’utilizzo delle somme IRPEF pervenute all’ICSC e alle CEI nell’anno 2002”.

(da “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” n. 6 del 30 settembre 2003)

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale competente il rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui
agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo pubblichi nel Notiziario ufficiale della stessa Conferenza.
In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo all’anno 2002, con allegate alcune annotazioni illustrative, inviato con lettera n. 593/03 del 10 luglio 2003 dal Presidente della C.E.I., Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On. Giuseppe Pisanu.
Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine delle lettere del comma secondo dell’art. 44:

Lettera a) – Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto nell’anno 2002:
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 36.251
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 3.205
Lettera b) – Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo delle ritenute fiscali):
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno: € 10.060,80 (€ 838,40 mensili x 12 mensilità) ad un massimo di € 18.738,24 (€ 1.561,52 mensili x 12 mensilità)
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:
sacerdoti: € 13.582,08 (€ 1.131,84 mensili x 12 mensilità)
Vescovi emeriti: € 16.474,56 (e 1.372,88 mensili x 12 mensilità)
Lettera c) – Ammontare complessivo delle somme di cui agli articoli 46 e 47 destinate al sostentamento del clero:
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento del clero e deducibili a termini dell’art. 46: € 19.293.409,00
– importo destinato dalla C.E.I. a valere sull’anticipo dell’8 per mille IRPEF: € 307.808.000,00
Lettera d) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione:
n. 118
Lettera e) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione: n. 35.428
Lettera f)- Ammontare delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali operati ai sensi dell’art. 25:
– ritenute fiscali: € 58.973.364,00
– contributi previdenziali: € 25.425.293,00
Lettera g) – Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli
Istituti per il sostentamento del clero:
€ 294.396.406,00
Lettera h) – Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:

1. ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE.

La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 426.855.988,75.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– per la costruzione di nuovi edifici di culto e centri parrocchiali:
€ 120.000.000,00;
– alle diocesi, per il sostegno delle attività di culto e pastorale:
€ 150.000.000,00;
– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.:
€ 36.000.000,00;
– per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici:
€ 50.000.000,00;
– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana:
€ 50.000.000,00;
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali:
€ 6.000.000,00;
– per il “fondo di riserva” costituito presso la Conferenza Episcopale Italiana:
€ 14.855.988,75.

2. INTERVENTI CARITATIVI IN ITALIA E NEI PAESI DEL TERZO MONDO.

La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 175.000.000,00.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale:
€ 75.000.000,00;
– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.:
€ 30.000.000,00;
– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo:
€ 70.000.000,00.

A N N O T A Z I O N I

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la Conferenza Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale
competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi che “tale rendiconto deve comunque precisare”.

SOSTENTAMENTO DEL CLERO CATTOLICO

1. Quanto al dato di cui alla lett. a) dell’art. 44, comma secondo
Il numero di 39.456 (36.251 + 3.205) individua i sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento nel corso del 2002, compresi coloro che tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.
I primi (36.251) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione per il ministero svolto a tempo pieno in servizio delle dioce-
si (cf. art. 24); i secondi (3.205) sono coloro a cui si è provveduto a titolo di previdenza integrativa (cf. art. 27, comma primo), non essendo essi più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.
2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)
L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella
definizione del sistema remunerativo.
A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la C.E.I. determina il valore monetario del singolo punto (per il 2002: €
10,48); la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei punti per il valore del punto.
Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2002: 80 punti mensili) sono attribuiti punti ulteriori (che, a partire dal 1998, possono raggiungere
un massimo di 149 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste dalla normativa data dalla C.E.I. ai sensi dell’art. 75 della legge n. 222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico (oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).
3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)
Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento del clero cattolico nel 2002, sono state pari a € 19.293.409,00.
Si tratta dell’importo complessivo delle erogazioni liberali versate nel corso del 2001 dai donanti sui conti correnti postali e bancari dell’Istituto Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2001, al ricevimento delle rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio successivo (2002).
La somma di € 307.808.000,00 corrisponde all’importo trasmesso dalla C.E.I. all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo di € 909.663.988,75 effettuato dallo Stato nell’anno 2002 ai sensi
dell’ultimo comma dell’art. 47.
4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)
Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato secondo i seguenti criteri:
A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del
clero:
a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;
b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti”
(art. 33).
B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art.
33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale
Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato” (art. 34, comma primo).
C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.
Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi primo e secondo).
In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:
– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico, perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate computabili, gli si deve l’intera remunerazione.
– I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 118.
– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono la misura di remunerazione loro attribuita (cf. quanto annotato più sopra alla lettera B.) hanno diritto di ricevere una integrazione fino alla concorrenza di tale misura.
– I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 35.428.
– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili, raggiungono con
questi apporti o addirittura superano la misura di remunerazione loro attribuita; in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.
– I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.910.
5. Quanto al dato di cui alla lettera f)
A proposito delle ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della remunerazione dei sacerdoti:
– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;
– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il sostentamento del clero.
È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è gravato sui sacerdoti nel 2002 è maggiore dell’importo indicato: quando, per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i sacerdoti godono.
A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria
per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio italiano al servizio di diocesi italiane.
6. Quanto alla lettera g)
Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente punto 3 delle presenti Annotazioni (Û 327.101.409) e la somma
erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento del clero (€ 294.396.406) – utilizzata per la corresponsione ai sacerdoti delle integrazioni e degli assegni di previdenza, per il versamento dei contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS, per il pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa in favore del Clero – si constata la differenza positiva di € 32.705.003. Tale somma sarà utilizzata per le esigenze del sostentamento del clero dell’anno successivo.
7. Quanto alla lettera h)

ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE

A) Una quota di € 120 milioni è stata destinata per la costruzione di edifici di culto cattolico e delle pertinenti opere parrocchiali.
B) Una quota di € 150 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane,
per il sostegno delle attività di culto e di pastorale.
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (€ 335.738,61) eguale per ciascuna
diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:
€ 111.912,87), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (Û 1,2659 per abitante).
L’individuazione delle finalità di culto e di pastorale alle quali destinare la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata dalla C.E.I. ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento
la descrizione delle attività di religione e di culto contenuta nell’art. 16, lett. a) della legge n. 222/1985: attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.
Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi per il rendiconto annuale.
C) Una quota di € 36 milioni è stata destinata a sostegno di attività di culto e di pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla Presidenza della C.E.I., sentito il Consiglio Episcopale Permanente.
Le modalità di impiego di tale quota sono state molto simili a quelle degli anni precedenti.
D) Una quota di € 50 milioni è stata destinata per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici.
E) Una quota di € 50 milioni è stata destinata per il “fondo speciale”, costituito presso la C.E.I., finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana.
F) Una quota di € 6 milioni è stata destinata per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.
G)Una quota di € 14.855.988,75 è stata destinata per il “fondo di riserva”,
costituito presso la Conferenza Episcopale Italiana e descritto al n. 7, lett. I delle Annotazioni allegate al rendiconto presentato nel 2000 e relativo all’anno 1999.

INTERVENTI CARITATIVI
A FAVORE DELLA COLLETTIVITÀ NAZIONALE

A) Una quota di € 75 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (€ 168.706,76) uguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:
€ 56.236,00), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (€ 0,6353 per abitante).
B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza della C.E.I., sentito il Consiglio Episcopale Permanente.

INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DI PAESI DEL TERZO MONDO

Nell’anno 2002 una quota di € 70 milioni è stata destinata agli interventi caritativi a favore del terzo mondo.
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato, costituito per un triennio dal Consiglio Episcopale Permanente in data 5
giugno 1990, rinnovato in data 25 marzo 1993, nuovamente rinnovato in data 29 marzo 1996 e confermato a tempo indeterminato in data 14
maggio 2001.
Relativamente ai fondi dell’anno 2002 sono pervenuti n. 870 progetti, di cui quelli finora approvati sono stati 332.
Molti progetti sono stati respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n. 222/1985, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente o non in linea con il Regolamento applicativo,
approvato dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana e indicante il quadro dei criteri generali di intervento e le priorità
contenutistiche e geografiche.
Come segnalato in precedenti occasioni, i progetti finanziati con l’otto per mille promuovono la formazione in molteplici ambiti: dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario, agricolo-
ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali;
non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali, né la formazione universitaria e la promozione della donna.
Oltre al sostegno offerto a questa tipologia di progetti prioritari occorre ricordare anche alcuni interventi consistenti per emergenze che
ricorrentemente insorgono nelle aree interessate all’azione del Comitato:
l’entità degli stanziamenti varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più mirati per emergenze locali.
Ecco di seguito alcuni tra i progetti maggiormente significativi che il Comitato sta attuando:
In ambito scolastico:
formazione insegnanti tra la popolazione Gumuz in Etiopia; borse di studio per futuri insegnanti in Madagascar; seminari di aggiornamento per insegnanti di scuola materna nella Repubblica Democratica del Congo; formazione insegnanti per minori disabili in Perù e Cameroun;
miglioramento dell’insegnamento della scuola pubblica mediante l’aggiornamento degli insegnanti in Brasile; corsi di aggiornamento per insegnanti in Benin; formazione insegnanti di informatica in Honduras; formazione di insegnanti per il rispetto dei diritti umani e reintegrazione ex combattenti (attività per il sostegno alla vita in aree colpite dalla guerra) in Sri Lanka; corsi di riqualificazione per i direttori didattici
in Albania.
In ambito sanitario:
educazione sanitaria e nutrizionale in Perù; sviluppo socio-sanitario a favore delle popolazioni indios in Brasile; riorganizzazione dei servizi sanitari in Uganda; progetto sanitario nella Repubblica Democratica del Congo per superare la situazione di grave emergenza derivata dall’eruzione del vulcano Nyragongo; aggiornamento del personale sanitario in psichiatria e omeopatia in India; programma di prevenzione e assistenza delle vittime dell’aids in Kenya.
Nel settore della promozione umana:
promozione umana e formazione di adolescenti e giovani a rischio di esclusione sociale in Burundi; promozione della persona nel suo territorio in Mali; promozione di gruppi cooperativi di autosviluppo in Madagascar;
promozione delle ragazze minorenni mediante la lotta al sistema ‘servizi al tempio’ (prostituzione minorile) in India; promozione
della donna e sviluppo agricolo in Niger; formazione delle minoranze etniche in Burkina-Faso; promozione di associazioni di giovani itticoltori e piscicoltori in Brasile; formazione, promozione e assistenza della
gioventù colombiana, particolarmente esposta al rischio stupefacenti, per sottrarre le piantagioni alla droga e utilizzarle per l’agricoltura e l’allevamento bestiame.
Tra le emergenze alle quali la C.E.I. ha potuto dar risposta nel 2002 segnaliamo:
Corea del Nord (emergenza alimentare e sanitaria): € 100.000;
Argentina (emergenza cibo e medicine):
€ 205.555;
Afganistan (emergenza guerra): € 1.549.370;
Etiopia (emergenza alimentare per carestia):
€ 90.200;
Bolivia (emergenza per calamità atmosferica): € 500.000;
Costa d’Avorio (emergenza sfollati): € 200.000;
Sudan (emergenza sfollati): € 210.000;
Albania (emergenza alluvione): € 750.000.
Resta fermo che, come negli anni passati, l’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque erogata per i progetti approvati.
A questo proposito si segnala che la somma € 64.557.112,39 (pari a lire 125 miliardi) destinata nell’anno 2001 è stata interamente erogata per finanziare 532 dei 1169 progetti presentati.

(Omissis)