Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Sentenza 08 febbraio 2018

STC 08.02.18 El Pleno del Tribunal Constitucional, compuesto por don Juan José González Rivas, Presidente, doña Encarnación Roca Trías, don Andrés Ollero Tassara, don Fernando Valdés Dal-Ré, don Santiago Martínez-Vares García, don Juan Antonio Xiol Ríos, don Pedro González-Trevijano Sánchez, don Antonio Narváez Rodríguez, don Alfredo Montoya Melgar, don Ricardo Enríquez Sancho, don Cándido Conde-Pumpido […]

Sentenza 15 gennaio 2002, n.6338

In tema di i.v.a., l’attività di bar caffè, con mescita di bevande o
somministrazione di pasti ai propri associati, effettuata verso il
pagamento di corrispettivi specifici, costituisce attività
commerciale assoggettabile a tributo, ai sensi dell’art. 4, commi 4 e
5 del d.P.R. n. 633 del 1972 (nel testo applicabile “ratione
temporis”), il quale esclude da tale obbligo soltanto le prestazioni
effettuate in conformità alle finalità politiche, sindacali,
religiose, assistenziali, culturali e sportive perseguite
dall’associazione. Specificamente nel vigore dell’art. 4 commi 4 e 5
d.P.R. 26 ottobre 1972 n. 633, nella sua formulazione originaria
(applicabile nella specie “ratione temporis”), le cessioni di beni e
le prestazioni di servizi rese verso pagamento di corrispettivi
specifici in favore dei propri associati devono ritenersi escluse dal
regime i.v.a. solo se effettuate in conformità alle finalità
politiche, sindacali, religiose, assistenziali, culturali e sportive
perseguite dall’associazione stessa.

Sentenza 18 maggio 2001, n.3931

In tema di i.r.pe.g., alla stregua del disposto dell’art. 111, comma
3, d.P.R. 22 dicembre 1986 n. 917, le prestazioni di servizi (e le
cessioni di beni) rese in favore dei propri partecipanti da una
associazione assistenziale, sia pure “verso pagamento di corrispettivi
specifici o di contributi supplementari, indipendentemente dalla loro
natura oggettiva e dalle modalità della relativa esecuzione, non si
considerano fatte nell’esercizio di attività commerciale all’unica
condizione della conformità di esse alle finalità istituzionali
dell’ente: e ciò in virtù di un dettato normativo inequivoco,
specificamente inteso ad istituire, fra l’altro in favore degli enti
del genere in argomento un trattamento agevolativo peculiare,
correlato ai fini di rilevanza sociale dagli stessi perseguiti,
ravvisati dal legislatore meritevoli di particolare tutela, e
consistente nell’escludere dalla formazione del reddito complessivo
degli enti medesimi i proventi delle cessioni di beni e delle
prestazioni di servizi considerate, ritenute, iuris ed de iure, non
effettuate nell’esercizio di attività commerciale.

Legge 1997, n.CXXIV

Act CXXIV/1997 on the Financial Conditions of Religious and Public Activities of Churches. Recognising the millennial work of Hungarian churches in the life and interest of the nation, Being aware of the importance of the religious conviction in the Hungarian society, Continuing the secular tradition embodied in Act XX/1848, Act XLIII/1895 and Act XXXIII/1947 as […]

Sentenza 11 agosto 1995, n.C-453/1993

L’art. 13, punto A, n. 1, della direttiva CE n. 77/388, in materia
di armonizzazione delle legislazioni degli stati membri relative alle
imposte sulla cifra di affari – Sistema comune di imposta sul valore
aggiunto: base imponibile uniforme, deve essere interpretata nel senso
che un imprenditore, privato non può avvalersi di un’esenzione ai
sensi della lettera g) di tale disposizione, esenzione espressamente
riservata agli organismi di diritto pubblico e agli altri organismi
riconosciuti come aventi carattere sociale.

Sentenza 22 ottobre 2001, n.12871

Per ottenere il regime fiscale di favore di cui al ripetuto art. 20
d.p.r. 29.IX.1973 n. 598 non è suffciente la deduzione della
ricorrente intesa a sostenere che la sua qualità di ente religioso
dovrebbe essere ravvisata iuris et de iure, sulla base del solo dato
che per tale essa si è autoqualificata nel proprio statuto consacrato
in atto pubblico.
Nel solco di Corte cost., sent. n. 195 del 27.IV.1993, la
riducibilità di una data organizzazione nel novero delle confessioni
religiose, nella carenza fra la organizzazione stessa e lo Stato di
un’intesa a mente dell’art. 8, comma 3, della Costituzione (intesa che
renderebbe giuridicamente incontestabile il carattere della
religiosità), deve essere riscontrata, ed accertata, sulla base degli
elementi ritraibili, oltre che dalla valutazione dello statuto (da
avere per indiscutibilmente suscettibile di fornire emergenze
presuntive al riguardo), dall’esistenza di precedenti riconoscimenti
pubblici, e, infine, dalla comune considerazione.
Nel caso in esame, la decisione delle Commissione tributaria regionale
che avendo ancorato la declaratoria recante accertamento negativo
della qualità di ente religioso dell’associazione ricorrente (Chiesa
di Scientology) esclusivamente a rilievi (neppure sufficientemente
motivati) circa l’assenza di caratteristiche fattuali dell’attività
dall’associazione stessa concretamente svolta, trascurando
completamente di verificare se detta qualità dovesse, o non, essere
desunta dagli elementi cennati, deve essee cassata con rinvio..

Sentenza 12 ottobre 2001, n.12463

In tema di esenzione dall’invim decennale, nel vigore dell’art. 25,
comma 2, del d.P.R. n. 643 del 1972 nel suo testo originario, il
godimento da parte degli enti non commerciali del beneficio della
esenzione totale presuppone – e tale presupposto non risulta venuto
meno a seguito delle modifiche apportate alla predetta norma dall’art.
1, comma 5, del d.l. n. 396 del 1991 – la destinazione immediata e
diretta degli immobili appartenenti a tali enti alla realizzazione di
scopi istituzionali, mentre una eventuale utilizzazione indiretta o
mediata (nella specie, attraverso locazione degli immobili in
questione) comporta solo la riduzione del 50% dell’imposta ai sensi
della lett. a) del comma 5 dell’art. 25 citato.