Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 24 Maggio 2010

Nota 13 maggio 2010

Diocesi di Trieste. Nota 13 maggio 2010

Da una recente delibera del Comune di Trieste viene prevista la possibilità di disperdere le ceneri del proprio defunto in mare, sul carso e in luoghi indicati. La Chiesa cattolica che è in Trieste rispetta la decisione di coloro che sono preposti alla vita civica e non entra nel merito del provvedimento. Tuttavia sente il dovere di ricordare in proposito ai suoi fedeli alcune importanti verità cristiane.

La Chiesa cattolica ha sempre individuato e indicato nella sepoltura del corpo la forma più idonea per esprimere la pietà per i fedeli defunti, oltre che per favorire il ricordo e la preghiera di suffragio da parte dei familiari e amici. Attraverso la pratica della sepoltura nei cimiteri, la comunità cristiana onora – nel ricordo della morte, sepoltura e risurrezione del Signore Gesù – il corpo del cristiano, divenuto nel Battesimo tempio dello Spirito Santo e destinato alla risurrezione. In questi anni, per il mutato atteggiamento verso la morte e per altre necessità, è in aumento la richiesta di cremazione. Tale scelta, in passato, appariva soprattutto come opzione polemicamente atea. Oggi, in assenza di motivazioni contrarie alla fede, la Chiesa non si oppone alla cremazione (cfr C/C, can. 1176 par 3) e accompagna tale scelta con opportuna espressioni liturgiche fino alla deposizione dell’urna in cimitero.

Si chiede pertanto ai fedeli cattolici di privilegiare la sepoltura della salma o delle ceneri dei propri defunti nel camposanto, al fine di poter, personalmente e comunitariamente, onorare la memoria e richiamare, anche con il suffragio cristiano, la caducità e l’irripetibilità della vita di ogni persona. Oggi più che mai è necessario promuovere la dignità del morire e il rispetto della persona, compreso la sepoltura del corpo. Si esortano i fedeli cattolici a tenere viva la pietà per i defunti e di non assecondare modi di pensare e di agire che non appartengono alla cultura e alla tradizione cristiane.